
Fosse ancora vivo Elvis Presley ieri avrebbe compiuto 80 anni. Di fatto la leggenda dell’ineguagliabile e ineguagliato Re del Rock and Roll è più viva che mai.
Il mito di Elvis è talmente vivo che Graceland, la sua tenuta di Memphis, è annualmente fatta meta di pellegrinaggio da centinaia di migliaia di visitatori, tanto da essere stata dichiarata Monumento Storico Nazionale nel 2006. Ed è uno dei luoghi più visitati degli interi Stati Uniti. I suoi album, a quasi 40 anni dalla morte, si vendono ancora in quantità industriale.
E’ comunque sorprendente – come riporta La Stampa - che la immagine più richiesta tra tutte le migliaia di immagini storiche contenute nei National Archives di Washington sia quella dell’incontro di Elvis Presley e Richard Nixon alla Casa Bianca il 21 dicembre 1970.

Questo scatto è più richiesto di immagini scolpite nell’immaginario collettivo a stelle e strisce (e non solo) come quella dei marines che issano la bandiera americana a Iwo Jima; oppure quella del celeberrimo bacio di fine seconda guerra mondiale a Times Square a New York; oppure ancora quella dell’assassinio di John Kennedy a Dallas o dei seguenti funerali con Jackie Kennedy e il piccolo John.
Di quell’incontro il presidente Nixon riportò nei suoi taccuini che entrambi erano preoccupati per la moralità e il patriottismo delle giovani generazioni, minacciate, a parere del presidente, dalla diffusione delle droghe e dalla contestazione, aiutati in questo, a dire di Presley, da pericolosi propagandisti come i Beatles, che avevano fatto un sacco di soldi negli Stati Uniti e poi erano tornati in Europa a parlare male degli Stati Uniti stessi.
Nel suo colloquio con Nixon Elvis disse di sentirsi dalla sua parte e che era solo un povero ragazzo del Tennessee che aveva avuto molto dall’America e che voleva pagare il suo debito di gratitudine. Aggiunse che stava studiando le tecniche di lavaggio del cervello dei comunisti e gli effetti delle droghe sulla psiche dei giovani e che, siccome gli hippie l’avevano in simpatia, poteva dare una mano alla propaganda contro gli stupefacenti e contro la perdita del vero spirito americano. Poi, prima di andarsene, con un gesto spontaneo, fuori dal cerimoniale, lo abbracciò.