Robert Plant sulle ristampe dei Led Zeppelin: 'Gli inediti? Poco importanti'

Non sarà arrivato agli estremi che raggiunse Elvis Costello nel 2011 in occasione della pubblicazione di "The return of the spectacular spinning songbook", ma la franchezza di Robert Plant circa la rilevanza delle bonus track contenute nella massiccia opera di riedizione del catalogo dei Led Zeppelin - outtakes e, per la maggior parte, versioni alternative di brani poi inclusi nelle tracklist originali degli album - potrà certamente apparire simpatica a tanti fan della band di "Good times, bad times", ma magari poco opportuna agli occhi dei suoi discografici, che sull'operazione discografica - una delle più imponenti attuate quest'anno su un back catalogue così importante - avranno verosimilmente investito molto in termini di impegno, risorse e speranze.
In sostanza, per il frontman - recentemente tornato sugli scudi discografici con il suo nuovo album soslista "Lullaby and... the ceaseless roar" realizzato con i Sensational Space Shifters - le tracce inedite contenute nelle riedizioni dei primi quattro album dei Led Zeppelin non sarebbero nulla di che: "Non credo che possano dare una prospettiva diversa sul gruppo", ha commentato il cantante a proposito dei provini nel corso di un'intervista rilasciata a Billboard: "Innanzitutto perché sono cose che risalgono a tanto tempo fa. Si tratta più che altro di materiale in corso di lavorazione, bozze ancora in via di completamento. Forse c'è qualche spunto che ci ha spinti ad andare in questa piuttosto che in quella direzione, questo forse sì...". Materia per irriducibili completisti, insomma: "Non c'è nulla di davvero rilevante. Non per quanto mi riguarda, almeno".

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