
Dalle fredde e squallide celle russe alla cosmopolita e scintillante New York City: nel giro di poco più di un mese è cambiata completamente la vita di Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova delle Pussy Riot. Le musiciste, come forse si ricorderà, erano state "graziate" dal presidente Putin il mese scorso. Poche ore prima di Natale, sentita dal "New York Times", la Alyokhina aveva affermato: "Penso che sia solo un tentativo di migliorare l'immagine dell'attuale governo, giusto un po' prima dei Giochi Olimpici invernali del 2014 agli occhi degli europei. Ma non considero il gesto umano o di grazia. E' una bugia. Non abbiamo chiesto alcun perdono. Sarei rimasta seduta lì fino alla fine della mia sentenza perché non ho bisogno della grazia di Putin".
Le due sono state invitate a "Bringing Human Rights Home", manifestazione organizzata da Amnesty International a New York il prossimo 5 febbraio. Al concerto si esibiranno, tra gli altri, Flaming Lips, Imagine Dragons e Lauryn Hill. Le Pussy Riot hanno affermato: "Un mese fa siamo state liberate dai campi di prigionia russi. Non dimenticheremo mai cosa vuol dire essere in prigione per una condanna politica. Abbiamo promesso di continuare ad aiutare quelli che rimangono dietro le sbarre, e speriamo di vedervi tutti al concerto di Amnesty International il 5 febbraio a Brooklyn!". Le musiciste, come noto, stavano scontando una condanna a due anni per la famosa "preghiera punk" anti-Putin inscenata all'interno di una cattedrale moscovita nel febbraio 2012.
La manifestazione si svolgerà presso il Barclays Center di Brooklyn.