Janet Jackson recupera la prima data: alti e bassi di uno show (troppo) perfetto
A Vancouver, nella British Columbia canadese, Janet Jackson ha recuperato la prima data del suo nuovo tour mondiale, cancellata lo scorso 5 luglio per problemi tecnici.
La critica ha generalmente apprezzato lo show, anche perché il pubblico è apparso in visibilio, ma ha puntato il dito proprio contro la perfezione meccanica del concerto, apparso “costruito” in modo quasi maniacale. Tutto a puntino, perfino troppo: la cantante, grazie alla macchina che le ha permesso di leggere i testi delle canzoni, non ha sbagliato neppure mezza parola; effetti speciali sincronizzati al secondo; canzoni (tra le quali due medley, il primo con "Come back to me," "Again,", "Let's wait awhile," il secondo con "Runaway," "When I think of you," "Miss you much," ed "Escapade”) tutte ben eseguite. Ma, oltre a ciò, due sono stati gli episodi che hanno fatto tossicchiare alcuni giornalisti. Il primo: Janet ha pianto nello stesso momento in cui aveva fatto altrettanto nei due concerti precedenti, a Portland ed a Seattle, generando più d’un dubbio sull’autenticità delle lacrime. Il secondo: il fan da lei estratto dal parterre, e che ha detto “oh my God”, è parso così ben calato nella parte che la sua partecipazione è sembrata tutto tranne che casuale.