“Non ho mai avuto il successo che meritavo forse perché non mi sono mai ridotto a chiedere niente a nessuno: non ho mai frequentato le feste e i salotti bene. Sono un solitario... e un maledetto”: Franco Califano, autore e esecutore italiano tra i più artisicamente longevi e tra i più conosciuti all’estero (l’Università di New York lo insignì della laurea honoris causa per la canzone “Tutto il resto è noia”, “una delle più belle pagine della canzone italiana”, a detta degli accademici), si confessa e si dice contento di vivere, presso il pubblico, una sorta di seconda giovinezza: merito forse del passaggio televisivo nello show di Fiorello, ma anche di una ritrovata attenzione che i più giovani gli dedicano. “I ragazzi, che di me non sanno nulla, mi vedono come un padre amico, che ne ha combinate tante che può sempre insegnarti qualcosa: inoltre, apprezzano la mia autenticità”. Il “Califfo” si esibirà, a partire dal prossimo 5 aprile, al teatro Brancaccio di Roma: con una band completamente rinnovata (nove elementi, tra i quali trova posto anche un quartetto d’archi), proporrà i suoi più grandi successi, da “La musica è finita” (scritta a quattro mani con Umberto Bindi) a “La nevicata del 56”. (Fonte: Il Messaggero)
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