Succede di rado, oramai, che le vie della musica occidentale incrocino quelle di Belgrado, capitale della Serbia di Milosevic. E’ successo con il gruppo portoghese dei Madredeus, il cui concerto è raccontato da Giuseppe Videtti sulla "Repubblica", che, accanto alla cronaca della serata, riporta alcune dichiarazioni di Teresa Salgueiro, volto e voce femminile del gruppo portoghese. "‘I negoziati per questo concerto sono durati tre anni’ racconta Teresa Salgueiro, dolcissimo ovale di porcellana, occhi enormi, eleganza sobria che non contrasta con lo spietato razionalismo della zona moderna in cui si trova il Sava Centar, dove il quintetto si è esibito domenica davanti a un pubblico devoto di 4.000 persone (...) ‘Io non so niente di politica, quando incominci a guardare da vicino situazioni come questa che la ex-Jugoslavia sta vivendo non sai da che parte stare’ mormora la Salgueiro. ‘Ma sono convinta che esista una sola parola da gridare ad alta voce: disarmo. A volte ho paura che ‘libertà’ sia una parola troppo importante, difficile da capire, e in fondo generica. Preferisco parlare di rispetto". Interrogata se nel suo futuro ci sia la possibilità di un album solista, la Salgueiro ha risposto: "La carriera con i Madredeus, con i quali lavoro da tredici anni, mi assorbe completamente (...) Ma poiché ho una grande passione per il fado, credo che un giorno inciderò un disco delle canzoni che amo di più. Per ora so solo che ce ne saranno almeno due di Amalia Rodrigues: 'Con que voz', fado su testo del grande poeta Camoes, e 'Estranha forma de vida', scritta dalla stessa Amalia".
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