
Su "La Repubblica", un articolo su Massimo Bubola, il cui nuovo e nono album "Diavoli e farfalle" è in uscita in questi giorni. «Ci ho impiegato due anni a realizzare questo disco, che è essenzialmente di chitarre», racconta Bubola. «Possiedo 35 chitarre, nella mia collezione personale, e neppure sono bastate. Le ho utilizzate con precisi obiettivi, come certi campi lunghi di Wenders, per fissare le immagini sonore che avevo in testa. (...) In quanto ai testi, "Diavoli e farfalle" è segnato in maniera fortissima dalla morte di Fabrizio De Andrè. (...) Durante l’invasione dell’Asia minore di Alessandro Magno, quando cadeva un generale c’era sempre un soldato che raccoglieva il suo scudo e la sua corazza, per perpetuarne idealmente la forza, il coraggio. Non so se esista qualcuno degno della corazza di De André: a me basterebbero i suoi calzari. (...) In arte voglio confrontarmi con modelli alti. E credo di aver dato dignità letteraria al rock, in un paese come l’Italia che, sinceramente, ne ha sempre avuta poca».
Schede:
Tags:
La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale