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Gene Simmons (Kiss): 'Sono un grandissimo 'asshole''

Bello, il titolo del disco. E’ – come dire? - eloquente.
Grazie. Sono molto fiero del mio buco del c***. Ricorda più o meno una bocca che manda un bacio. Penso che sia un titolo positivo. E poi è una parte del corpo importante, ingiustamente mortificata: non credo che saresti molto felice se non l’avessi. Inoltre, il buco del c*** è una delle poche cose che accomunano tutti gli esseri di questo pianeta. Sono abbastanza sicuro che anche il Papa ne abbia uno, e mi sento di poter dire che anche Gesù Cristo ne aveva uno.

…Sto valutando se trascrivere quello che hai detto. Sai com’è.
Dove sta il problema? Sono israeliano, sto parlando di un mio compaesano.

Come inizio, non c’è male. Come prevedibile, il diavolo è intelligente, malizioso, e non così brutto come da 30 anni si autodipinge. Fisico imponente, capelli neri tintissimi ma tutto sommato una discreta tenuta fisica per un 55enne. Sul tavolo davanti a lui, solo Coca light, perché il signor Chaim Witz disdegna la parte centrale della triade Sesso, Droga & Rock’n’Roll – ma sulla prima e terza componente la sa lunga. Fondatore di uno dei gruppi più odiati dai critici musicali del mondo, che è guardacaso anche il gruppo americano che ha venduto più dischi nella storia, il signor Chaim Witz è un uomo di intelligenza non comune, e non solo per quanti soldi ha fatto (o per quante donne ha avuto). E' un controllatissimo e darwinista uomo d'affari più che il tizio dei Kiss che da tre decenni tira fuori la lingua e vomita sangue. Il tizio che tutti conoscono come Gene Simmons, che sta parlando del suo secondo disco solista in trent’anni. Intitolato, appunto, “Asshole”.


Tornando al titolo, lo hai preso in prestito da una canzone non tua.
E’ la canzone che avrei sempre voluto scrivere. Questi giovani norvegesi che di nome fanno Shirley’s Temple lo hanno fatto al posto mio. Mi hanno risparmiato la fatica. Quando mi hanno mandato il demo col pezzo, l’ho amato subito. Ho deciso non solo di intitolare così il disco, ma anche di dare qualche Asshole Party per festeggiare l’uscita. Inviterò un sacco di “stronzo” (n.d.r. lo dice in italiano) in città diverse, a cominciare da Los Angeles che mi sembra il posto più qualificato. A tutti quelli che parteciperanno consegnerò un certificato che attesterà che la persona in questione è un autentico stronzo, e a garantirlo sarà un grandissimo stronzo, cioè il sottoscritto.
E’ un disco molto diverso da quelli dei Kiss.
Certo che lo è. I Kiss sono un gruppo, casomai non lo avessi notato.
Intendo dire che è così diverso che sembra uno di quei dischi fatti da musicisti che non riescono a esprimersi nel proprio gruppo. E personalmente lo considero molto superiore ai dischi dei Kiss.

Come Gene Simmons ti ringrazio, come bassista dei Kiss mi risento un po’, ma è il tuo giudizio, e lo rispetto. In ogni caso sono tutti e due prodotti con una forma e un obiettivo preciso.
Prodotti. Parola interessante.
E’ quello che sono. Lo è anche la Cappella Sistina. Penso che Michelangelo si sia fatto pagare per farla. Cosa che lo ha indotto a farla molto bene.
Avendo guadagnato un sacco di soldi, e dopo tanti anni di carriera, pensavo che facessi dischi per il piacere di farli.
Intanto, mi fa molto piacere farli. Ma mi fa molto piacere venderli. Però lascia che ti faccia una domanda.
Prego.
Quant’è un sacco di soldi?
Dipende.
Avanti. Dimmi la cifra che ti farebbe dire: ho un sacco di soldi.
Un milione di euro, suppongo. Se li avessi, direi: beh, ho un sacco di soldi.
Bene. Ora ti dimostro quanto sei fesso. Diciamo che io sono Dio. Ti appaio, e ti dico: D’accordo, Paolo, ora hai un milione di euro. Ma rispondi a me, che sono il tuo Dio: ora preferiresti averne di più, o di meno?
Non vale, ho chiesto un milione di euro, e voglio esattamente quello.
Sono Dio, non metterti a discutere con me. E ricorda che se mi racconti balle io lo so, quindi vedi di non dirmi stronzate.
E va bene, dammene di più.
Benissimo. Questo per dirti che non ho un sacco di soldi. Ne ho una discreta quantità rispetto a molta gente, ma ne voglio ancora.
Per farne che?
(sospira) Si vede che avete avuto i comunisti, in questo paese. Allora, diciamo che hai un figlio. Lo ami più di ogni cosa al mondo. Per qualche motivo, è in pericolo di vita, ha una malattia rarissima. Ecco, in quel momento, cosa pensi che possa aumentare le tue possibilità di salvarlo, più amore o più soldi?

Ho afferrato. Torniamo al disco. Leggendo i titoli, saltano agli occhi "Firestarter" dei Prodigy e "Black tongue", firmata con Frank Zappa.
Quello dei Prodigy è uno dei pezzi più esplosivi che abbia sentito negli ultimi dieci anni, sono stati i miei collaboratori a convincermi a farne una versione e devo dire che è venuta bene, grazie anche a Dave Navarro dei Jane's Addiction, che suona la chitarra. "Black tongue" invece nasce attorno a un riff che Frank non ha mai usato. Lui mi aveva fatto vedere come archiviava le registrazioni di cose che potevano tornargli utili. Qualche tempo fa ho chiesto alla moglie se potevo farci qualcosa, ed è nato questo pezzo.
L’arrangiamento è incredibile, nel senso che credo che lui lo avrebbe fatto esattamente così.
Credo che sarebbe contento. Del resto, nel pezzo ci sono suo figlio Dweezil alla chitarra e l'intera famiglia, con moglie e figli, a cantare il ritornello. E c'è lui che apre dicendo: “Alright kids, here’s a real rock ‘n’ roll song.”
Un'altra canzone si intitola "Weapons of mass destruction"…
(interviene subito) L'ho scritta prima della guerra in Irak, e non ha niente a che fare con quanto sta succedendo laggiù. (sembra considerare l'argomento chiuso)
Cosa ti fa paura?
La morte.
Cosa ti fa ridere?
Il matrimonio. Un uomo produce ogni giorno miliardi di spermatozoi, e la donna li vuole tutti per sé. Questa è avidità.
Oltre a Frank Zappa, per quale personaggio hai avuto ammirazione?
(ci pensa a lungo) Hugh Hefner. (pensa ancora) Il suo Playboy era quanto di meglio si potesse leggere per le immagini e per gli articoli che conteneva, scritti da alcuni dei migliori scrittori e giornalisti d'America.
Ultima domanda. In tanti anni, mentre sputavi sangue con la faccia dipinta di bianco, il costume, le zeppe… Ti sei mai sentito, almeno una volta, dico una volta sola… stupido?

Sì, una volta è capitato. Avevo un assegno in mano, e mi è parso che ci fosse uno zero in meno di quelli che pensavo. Poi ho guardato meglio, ho visto che tutti gli zeri erano al loro posto, e mi è passata.

(Paolo Madeddu)
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