Un disco votato alla semplicità, come sottolineato nella title-track, un’altra ballata, dedicata al tentativo di smettere di complicarsi la vita. Ma la semplicità è anche musicale, con scelte che in buona parte insistono sul lato meno sintetico della musica del cantante di Latina e viaggiano su versante più naturale.
La musica elettronica, i ritmi sincopati ci sono ancora - come nel bel singolo “La differenza tra me e te” o quello di “Smeraldo”, canzone cantata in inglese anche con John Legend ; ma sono coloriture al servizio delle canzoni, più che protagoniste. E ci sono ancora i toni più scuri e arrabbiati, quelli de “La fine”, scritta con Nesli : brano che racconta il “vecchio” Tiziano, quello prima della lavorazione di questo album (“E’ come se un vecchio amico avesse scritto una lettera per raccontarmi la mia storia”, dice Tiziano delle parole di Nesli).
Però il suono predominante è quello di canzoni come “L’ultima notte al mondo”, la prima canzone scritta per l’album. O come quello di “Paura non ho”, scritta da
“L’amore è una cosa semplice” è il disco della maturità di Tiziano? Si, perché dimostra che si può andare avanti, crescere musicalmente e nella scrittura. No, perché queste cose Tiziano Ferro le ha già dimostrate altre volte nella carriera. E’ semplicemente un ottimo disco di uno dei migliori cantanti pop che abbiamo mai avuto in Italia.