Sbagliato. "Aphrodite" ricorda di cosa è capace la cantante australiana. Certo, è un disco con il trucco. E il trucco ha un nome ed un cognome: Stuart Price. Il trentenne francese è ormai il numero 1 nella produzione dance pop, e il suo curriculum è impressionante, da "Confessions on the dance floor" di Madonna a "Night work" degli Scissor Sisters . "Aphrodite" è, per l'appunto un disco di dance-pop prodotto da Price, nella vena di questi predecessori. E Kylie ci mette del suo, fin dalle prime battute, quelle di "All the lovers" in cui proclama che "All I wanna do is dance". Si è lamentata recentemente che suoi dischi precedenti erano poco omogenei, e qua ha risolto la questione: 12 canzoni basate su quei sintetizzatori un po' tamarri e retrò che piacciono tanto a Price e ai suoi adepti, grandi melodie, e poche uscite da questi binari, come per esempio in "Cupid boy", con quel basso melodico che fa tanto new wave e tanto New Order (passione comune di entrambi: Kylie aveva fatto furore con un remix/mash up tra la sua "Can't get you out of my head" e "Blue monday", e Price aveva prodotto un paio di pezzi dell'ultimo album di studio della band, "Waiting for the sirens' call").
Nel disco non c'è spazio per ballate o rallentamenti, ma non se ne sente la mancanza. Perché il tutto è, per l'appunto, un po' tamarro ma divertente come solo la buona musica dance sa esserlo. E, da questo punto di vista, Kylie Minogue è l'interprete perfetta per questo genere di musica.