Bad Lieutenant - NEVER CRY ANOTHER TEAR - la recensione

Recensione del 01 ott 2009 a cura di Gianni Sibilla

Un colpo al cuore, doppio. Il primo, la fine dei New Order : all’inizio del decennio avevano appena fatto in tempo a ritornare in pista, a produrre un paio di ottimi dischi; poi Peter Hook e Bernard Sumner avevano litigato violentemente, a mezzo stampa. E pazienza se c’era di mezzo il film su Ian Curtis (con degli attori che li impersonavano giovani nei
Joy Division , con una somiglianza impressionante), e il catalogo della band da ristampare. La storia era finita.
Poi un altro colpo al cuore di chi ha amato quella band, e quel suono tra rock ed elettronica che loro avevano inventato: Sumner forma una nuova band assieme a Phil Cunningham, musicista nell'ultima formazione dei New Order. Partecipano Stephen Morris (membro storico di Joy Division e New Order) e Alex James dei Blur. Ecco i Bad Lieutenant.
Manca una parte importante di quel suono, l’inconfondibile basso melodico di “Hooky”, e in un paio di occasione sembra di sentirlo, o chi suona lo imita spudoratamente. Ma per il resto, “Never cry another tear” è un (bel) disco dei New Order, sotto mentite spoglie, e per certi versi ricorda un altro progetto di Sumner, gli Electronic, formati assieme a Johnny Marr. C’è tutta la sapienza di Sumner nel costuire canzoni lineari e immediate, nell’arrangiarle ancora meglio, con qualche spruzzata di elettronica e sintetizzatori. Che qua è in secondo piano, rispetto alle chitarre, che ricordano il miglior pop-rock inglese (gli Smiths di Marr, appunto). La novità è la seconda voce di Jake Evans, che dà un tocco un po’ più “brit” al disco, con il suo accento.

Per il resto “Never cry another tear” è un disco che vive di vita propria, oltre che di luce riflessa dei New Order. La degna prova di una delle migliori menti della musica inglese degli ultimi 25 anni.

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