La “Dopamina” di Sick Luke non genera gli effetti sperati

Un disco più pop rispetto a “X2” in cui si salvano pochi brani nonostante le buone produzioni.

Recensione del 10 set 2025 a cura di Claudio Cabona

Voto 6/10

Sick Luke oggi, come raccontato nell’intervista fatta per capire alcune delle scelte portate avanti in questo suo secondo capitolo discografico (leggi qui), si sente una “mosca bianca” rispetto all’immaginario comune della scena trap, che nel 2016 ha contribuito a far esplodere con le sue produzioni. Il producer romano, 31 anni, è diventato padre e il suo nuovo album “Dopamina” (neurotrasmettitore e catecolamina cruciale nel cervello e nel corpo umano, responsabile della motivazione e del piacere), che racconta il suo amore per la musica, è contaminato da vari generi.

Ma soprattutto apre una finestra più grande su un altro mondo, quello pop, che Luke vorrebbe esplorare sempre di più. Diciotto i nomi coinvolti: Blanco, Simba La Rue, Lazza, Tony Effe, Tedua, Alfa, Piccolo, thasup, Capo Plaza, Sayf, Nayt, Rose Villain, Clams Casino, Venerus, Ele A, Glocky, Side Baby e suo padre Duke Montana. Le produzioni sono buone, si sposano bene con i feat soprattutto quando sulla traccia c’è un nome solo e basta, ma nel suo complesso “Dopamina” rimane un producer album ibrido, senza un vero filo rosso. E ascolto dopo ascolto si mostra sfilacciato. Il titolo, evocato un po’ a caso in alcune canzoni, e il tema della paternità sbucano a intermittenza, senza lasciare però una vera impronta. Il precedente “X2” è compatto, ricco di sonorità e atmosfere dark, mentre “Dopamina”, salvo alcuni momenti trap, è più lucente.

Se a livello interpretativo qualche guizzo c’è, basti pensare al banger “Keanu Reeves” di Tedua o a Piccolo dei Bnkr44, a livello testuale si salva davvero poco: Sayf, Nayt, Rose Villain tengono gli standard autorali più alti cercando di portare dei messaggi che non siano il solito ego-trip o amori affrontati in modo un po’ superficiale. Ma per il resto “Dopamina” è scarico dal punto di vista dei concetti espressi. Nonostante Luke abbia provato a spiegare che Alfa con la sua “Da quando ci sei tu” volesse omaggiare suo figlio Teseo, il pezzo è davvero poco comprensibile. Ma perché mai un giovane cantautore, bravo tra l’altro, dovrebbe rifugiarsi nel racconto di una paternità che non conosce, "inventandosi" un testo del genere?

Ovviamente un pezzo sbruffone, ironico e in modalità Dark Polo Gang come “Le donne” di Tony Effe, in un progetto come “Dopamina” ha il suo perché e risulta più a fuoco. L’accoppiata Blanco e Simba La Rue, per quanto affascinante, è troppo in frizione: siamo d’accordo che Luke, che è un grandissimo talento, non vada ingabbiato solo nella trap e che abbia tutte le carte in regola, come ha già dimostrato tra l’altro, di surfare anche su altri generi. Ma “Dopamina” rimane a metà strada, non si sbilancia, non osa in modo del tutto lucido e in molti frangenti è standard. Non genera l’effetto che ci si aspettava.

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