La sua voce è scura, secca e tagliente come le donne contadine della sua famiglia. Non è un caso che Lamante, infatti, ami ripercorrere le sue origini e la memoria famigliare con la sua voce. Nei suoi testi e più in generale nella sua visione artistica c’è la volontà di rendere vivi gli eventi della sua memoria (e a volte anche di una memoria più collettiva): miti eroici, fotografie di un'eredità umana, testi visuali e descrittivi di un’atmosfera tribale matriarcale. Lamante (qui la nostra intervista), ovvero Giorgia Pietribiasi, cantautrice classe ‘99, nata e cresciuta nella città di Schio, un nome su cui scrivemmo già un anno fa, porta con sé urgenza espressiva, rabbia, dolcezza, dolore, espiazione, attitudine rock e spirito folk. È una delle emergenti, in questo momento, più interessanti in Italia.
Il suo disco d’esordio “In memoria di”, prodotto insieme a Taketo Gohara, che ha voluto fortemente lavorare con lei dopo aver ascoltato alcuni primi pezzi, è un viaggio nelle stanze della sua vita ed è finito nelle cinquine finali delle Targhe Tenco. Ascoltandolo, soprattutto live, trasmette qualche cosa di strettamente reale e allo stesso tempo di magico. Lamante non prova a vendere canzoni, come molti newcomers di oggi, ma tenta di fare arte, mossa da qualche cosa di profondo e di legato in primis a una ricerca personale. Suona svariati strumenti e si esprime, oltre che con la musica, anche con arti visive come la fotografia e la pittura. Questo primo progetto svetta per sentimento, forza e visceralità: "Non chiamarmi bella", "Ebano", "L'ultimo piano", per esempio, sono pezzi che perforano, in particolare dal vivo. “In memoria di” è l'album di un'esordiente più unico che raro, e speriamo possa essere l'inizio di una carriera sempre più in ascesa e sempre più nel segno della verità.
TRACKLIST
1. Come volevi essere
2. Non chiamarmi bella
3. Rossetto
4. Prima di te
5. Ed è proprio così
6. Guerra & Pace
7. Ebano
8. Annamaria
9. L’ultimo piano
10. La nostra prova di danza
11. Ciao cari