Fino al 29 dicembre, ripubblichiamo le recensioni dei dischi candidati ai Rockol Awards 2023 nella categoria "Miglior album italiano": è possibile votare qua.
Qua invece le candidature per i migliori live.
Partiamo dalla canzone di cui si è parlato di più: “Un briciolo di allegria” rischia di essere il centro di “Ti amo come un pazzo”, il primo album solista di canzoni di Mina in cinque anni (“Maeba”, 2018) e a 4 dalla collaborazione con Fossati. Una canzone che si è aggiunta all’ultimo minuto ad un progetto complesso, come ci ha raccontato Massimiliano Pani. E funziona: a dispetto della differenza di generazioni di Blanco e Mina, anzi proprio per quello. Blanco è bravo, la canta con intensità. Ma Mina è di un altro livello,: ha l’autotune incorporato nella voce e si sente l’esperienza da interprete.
“Ti amo come un pazzo” è, come ogni album di inediti di Mina, un unicum: per come viene realizzato - il produttore è sempre Massimiliano Pani, che l’ha arrangiato assieme a Franco Serafini e Ugo Bongianni. Ma questo è un po’ diverso dal solito, pur nel solco di una tradizione. È quasi un concept album: il tema è apparentemente banale, l’amore, ma raccontato da diversi punti di vista. E il risultato è decisamente vario, con una buona dose di divertimento, oltre che di quel melodramma romantico a cui fa riferimento la copertina, che richiama il mondo dei fotoromanzi.
Certo, ci sono brani come “Zum pa pa”: a differenza del titolo apparentemente leggero, è una ballata intensa, quasi fossatiana nella musica e felliniana nel testo, scritta da Alessandro Baldinotti ( già autore per Paolo Vallesi e Mia Martini) con Paolo Hollesch, Riccardo Del Turco. C’è la canzone d’amore classica: “Fino a domani” (di Federico Spagnoli, già autore di brani in "Selfie", "Maeba" e per Mina-Celentano); c’è il jazz notturno di “Tutto quello che un uomo” di Sergio Cammariere (scritta con Roberto Kunstler vincitrice del Premio della Critica a Sanremo nel 2003) e il quasi-gospel di “Come la luna”, ma c’è anche “Don Salvatò” di Enzo Avitabile, cantata in napoletano e originariamente incisa dal musicista nel 2009, e c’è il lato ironico e divertente de “L’orto”: la canzone venne già selezionata qualche anno fa e, nel frattempo, presentata a X-Factor 2018 dal suo coautore (con Matteo Santarelli) Mattia Lezi.
Il risultato è classicamente Mina, con qualche momento di inevitabile deja vù, anzi deja écouté: ma il gioco della cantante e del suo team è sempre stato quello di costruire un suono, un’immagine e un repertorio fuori dal tempo e dalle mode - anche se il tempo un po' si sente nella voce che ogni tanto si rompe, quasi a raccontare le fragilità dell'amore.
Risultato centrato, anche in questo caso.