Per tornare a pubblicare un album, che mancava nella sua discografia dai tempi di "Fibrillante", si era a gennaio 2014, Eugenio Finardi ha scelto di rileggere alcune canzoni del suo repertorio accompagnato dai soli Mirko Signorile al pianoforte e Raffaele Casarano al sassofono. Si chiama "Euphonia suite" il nuovo disco del 70enne musicista milanese, 17 brani che, proprio come in una suite, si fondono l'uno nell'altro senza soluzione di continuità generando idealmente un solo unico brano. Un unico brano che tenendo fede al titolo del disco è eufonico, ovvero regala un piacevole incontro di musica e parole. Sì, perché è davvero piacevole e delicato l'ascolto di queste canzoni riprese da una carriera che è ormai prossima a tagliare i cinquanta anni di età.
Non solo classici
Per la scelta dei brani non è stato privilegiato un periodo artistico piuttosto che un altro del viaggio musicale di Finardi, così come non è stata inclusa solo l'argenteria di famiglia pescando tra i classici, ma è stato proposto anche qualche episodio meno noto, ad esempio "Holy land" e "Estrellita" provenienti da "Anima blues", il disco del 2005 cantato in lingua inglese. Uniche eccezioni in tracklist sono fatte per l'inedita "Katia" (bella!), canzone romanticamente dedicata alla sua gioventù e al suo primo amore e le cover - omaggio a due musicisti a lui affini per sensibilità e anagrafe - di "Oceano di silenzio", canzone che Franco Battiato pubblicò nel suo album "Giubbe rosse" uscito nel 1989 e "Notte in Italia" dell'Ivano Fossati di "700 giorni", questa pubblicata nel 1986.
Un doppio registro
L'ascolto della inedita suite di Eugenio Finardi possiede un doppio registro che porta ora a seguire ed apprezzare le parole, molto più limpide e scandite che nelle versioni originali, e ciò porta a ponderarne completamente il loro significato e il loro messaggio; ora a perdersi nel sognante virtuosismo musicale di Signorile e Casarano che incorporano in esso il cantato di Finardi. I nuovi arrangiamenti regalano quindi una veste sorprendente a canzoni conosciute in origine per essere nate elettriche, urgenti e arrabbiate, e quelle caratteristiche erano buona parte della loro forza. Finardi collabora con questi due musicisti da un decennio, "Euphonia suite" è quindi il risultato di un percorso comune cresciuto nel tempo, di una evoluzione, e non l'idea di un momento.
Un disco piacevole
Io non so come potrà essere recepito e valutato questo disco dai fan del musicista milanese. Da parte mia ho accolto "Euphonia suite" davvero con molto piacere, seppur non mi sia sottratto al paragone (il più delle volte gradevole) con le versioni originali, del resto fa parte del gioco ed è pressoché inevitabile il confronto, però credo che questo album vada valutato come un vero e proprio disco a sé stante e non solo come la rivisitazione di un musicista del proprio repertorio.