“Crac!”: la storia viaggia insieme agli Area

Nel 1975 il gruppo pubblicò il terzo album, ora celebrato da “Italian Prog Rewind” di Sony Music

Recensione del 04 set 2022 a cura di Elena Palmieri

“Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te”. È questo il messaggio che, affidato alle parole dell’anarchico spagnolo Buenaventura Durruti, gli Area hanno deciso di inserire nel loro terzo album, “Crac!”. Il disco pubblicato da Demetrio Stratos e compagni nel 1975, sempre per la Cramps di Gianni Sassi, riproponeva nella varietà di attitudini e sensibilità dei componenti uno dei punti di forza del gruppo, e portava su un altro livello quell’idea di musica capace di non trascurare temi politici e sociali, unita alla libertà di fondere esperienze diverse per un suono totale. “Crac!” si presentava come un lavoro in grado di rafforzare la connessione tra visioni e suoni, e l’unione di sonorità rock con il free jazz, tipiche degli Area. Seppur generalmente non ricordato come il fiore all'occhiello della sua produzione, l’album favorì l’aumento di popolarità della band grazie a brani incisivi e ora viene ora celebrato, insieme ad altre tra le maggiori opere del progressive rock italiano, dalla nuova iniziativa di Sony Music “Italian Prog Rewind”.

La formazione dietro alla terza prova sulla lunga distanza degli Area, registrato tra Roma e Milano nei Fono Sound Recording Studios, fu la stessa che lavorò al loro secondo album, “Caution Radiation Area”, e ancora celebre come la composizione “classica” del gruppo. La band era composta da Demetrio Stratos, Patrizio Fariselli, Paolo Tofani, Giulio Capiozzo e Ares Tavolazzi, arruolato a seguito dell’addio del bassista Patrick Djivas, poi entrato nella PFM, dopo l’esordio con “Arbeit macht frei”.

È la voce di Demetrio Stratos, lanciata in una corsa con le tastiere, ad aprire con impulsività il terzo disco degli Area, con quel quel “crac” tradotto visivamente nell’uovo rotto raffigurato nell’immagine un po’ pop art di copertina di Gian Michele Monti. Come prima traccia, “Crac!” gioca subito “L'elefante bianco”, ennesima dimostrazione dell’eccellenza tecnica di ogni componente del gruppo e ancora tra i suoi brani più amati, e introduce quel bisogno di raccontare la storia, che “viaggia insieme a te”. “Imparare a leggere le cose intorno a te / Finché non se ne scoprirà la realtà / Districar le regole che non ci funzionan più / Per spezzar poi tutto ciò con radicalità”, proclama la voce dal carisma incisivo di Stratos.

Mentre con la successiva “La mela di Odessa” prende il via un viaggio psichedelico che attraversa diverse pulsioni e tendenze musicali, con un passaggio del testo, politicamente scomodo, recitativo e sorretto dalla precisione della batteria di Capiozzo, con “Megalopoli” fa capolino uno dei primi pezzi strumentali dell’album, lanciato in improvvisazioni jazz ed esercizi di stile. Non è da meno la fantasia che arriva una volta appoggiata la puntina del giradischi sul primo solco del lato b del vinile, e che infonde carattere a “Nervi scoperti”. Sull’inno che è “Gioia e rivoluzione” tornano i vocalizzi di Demetrio Stratos, e tra ideologia e melodia si viene a creare un connubio prezioso dove, tra le componenti jazz, trova spazio anche una chitarra accattivante. Il finale di “Crac!” è però affidato ad altre due tracce strumentali e si avvicina con le sonorità psichedeliche e contemplative di “Implosion”. La conclusione di questo lavoro, importante per suggerire la volontà degli Area di conservare l'identità creativa della band, sopraggiunge quindi con le musiche di Juan Hidalgo e Walter Marchetti insieme alla voce di Stratos, che in “Area 5” è ormai sempre più strumento.

Tracklist

01. L'elefante bianco (04:32)
02. La mela di Odessa (1920) (06:38)
03. Megalopoli (07:49)
04. Nervi scoperti (06:33)
05. Gioia e rivoluzione (04:36)
06. Implosion (04:58)
07. Area 5 (02:08)

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