16/08/2008
'Control' - La genesi del film, pt. 6

Rockol pubblica a puntate la genesi di “Control”, il film dededicato alla vita di Ian Curtis dei Joy Division girato da Anton Corbijn (vedi news).
Con il libro di Deborah Curtis come punto di partenza, l’onere e l’onore di scrivere la sceneggiatura sono caduti su Matt Greenhalgh, nato e cresciuto a Salford. I produttori erano sempre stati d’accordo sul fatto che lo sceneggiatore avrebbe dovuto conoscere alla perfezione tutte le sfaccettature di Manchester e dintorni per far sì che il film apparisse reale e non sembrasse un’artificiosa ricostruzione hollywoodiana. Artefice.
“Giusto o sbagliato che sia, Ian è una specie di divinità per questa città. La realizzazione di una biografia su di lui è probabilmente il sogno di ogni giovane abitante di Manchester che ami la musica pop,” affermò Greenhalgh, alla conferenza stampa di presentazione del film. “Touching from a distance è scritto magnificamente e contiene tantissime cose sulle quali lavorare. Inoltre, vista la quantità di persone coinvolte e informate, devo lavorare sodo per non deludere nessuno.”
Oltre ad aver coinvolto Deborah Curtis per saperne di più, Greenhalgh, ha fatto delle ricerche molto meticolose sul periodo, intervistando numerose personalità dell’epoca che conoscevano la storia in maniera diretta e personale. Come del resto tutti coloro che sono stati coinvolti nella realizzazione del film, come Tony Wilson e i componenti della band New Order, anche Greenhalgh è riuscito a parlare di persona con Annik Honoré, andando due volte a casa sua a Bruxelles per farsi raccontare la storia direttamente da lei.
Lunedì, sempre nelle news di Rockol una nuova puntata della genesi del film.
Ecco la sesta puntata, le altre sono reperibili
qui
Con il libro di Deborah Curtis come punto di partenza, l’onere e l’onore di scrivere la sceneggiatura sono caduti su Matt Greenhalgh, nato e cresciuto a Salford. I produttori erano sempre stati d’accordo sul fatto che lo sceneggiatore avrebbe dovuto conoscere alla perfezione tutte le sfaccettature di Manchester e dintorni per far sì che il film apparisse reale e non sembrasse un’artificiosa ricostruzione hollywoodiana. Artefice.
“Giusto o sbagliato che sia, Ian è una specie di divinità per questa città. La realizzazione di una biografia su di lui è probabilmente il sogno di ogni giovane abitante di Manchester che ami la musica pop,” affermò Greenhalgh, alla conferenza stampa di presentazione del film. “Touching from a distance è scritto magnificamente e contiene tantissime cose sulle quali lavorare. Inoltre, vista la quantità di persone coinvolte e informate, devo lavorare sodo per non deludere nessuno.”
Oltre ad aver coinvolto Deborah Curtis per saperne di più, Greenhalgh, ha fatto delle ricerche molto meticolose sul periodo, intervistando numerose personalità dell’epoca che conoscevano la storia in maniera diretta e personale. Come del resto tutti coloro che sono stati coinvolti nella realizzazione del film, come Tony Wilson e i componenti della band New Order, anche Greenhalgh è riuscito a parlare di persona con Annik Honoré, andando due volte a casa sua a Bruxelles per farsi raccontare la storia direttamente da lei.
Lunedì, sempre nelle news di Rockol una nuova puntata della genesi del film.
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