E' stato presentato alla stampa, in anteprima, il film concerto di David Gilmour “Live al Circo Massimo. Roma” che, per una settimana, da mercoledì 17 fino al successivo 24 settembre, sarà proiettato nelle sale cinematografiche italiane. All'uscita del film farà poi seguito, il 17 ottobre, la pubblicazione dell’album live “The luck and strange concerts”, che riproporrà anche su disco la magia del 'Luck and Strange Tour 2024', ciclo di concerti a supporto dell'ultimo album solista dell'ex Pink Floyd, "Luck and strange" (leggi qui la recensione), pubblicato nel settembre 2024.
Il docu-film “Live al Circo Massimo. Roma”, realizzato da Gavin Elder, è un resoconto dei concerti, ben sei, che David Gilmour ha tenuto lo scorso anno al Circo Massimo di Roma (leggi qui la recensione), dal 27 settembre al 3 ottobre.
Il film è presto raccontato: dopo una intro di una decina di minuti in cui vengono regalate immagini delle prove in un Circo Massimo vuoto di pubblico e raccolte alcune dichiarazioni pre-concerto di Gilmour e dei musicisti che lo affiancheranno sul palco, compresa la figlia Romany, che canterà e suonerà l'arpa in "Between two points", cover dei Montgolfier Brothers, per poi mettersi al fianco delle tre coriste - dopo i titoli di testa - si stacca sull'inizio del concerto nella splendida cornice – e non è un modo di dire - dell'antico circo posto nel centro di Roma. Una Roma notturna che, durante il live, verrà ripresa più volte dall'alto regalando ulteriore magia a un concerto già di suo di grande intensità.
Alla soglia degli ottanta anni – ne aveva settantotto al tempo del concerto – per incantare i presenti al musicista inglese non servono sofisticati effetti speciali (giusto qualche bella immagine sullo schermo alle sue spalle) oppure una produzione costosa e spettacolare. Ad andare in scena sono le canzoni e la musica, oltre alla sua chitarra, che sia elettrica oppure acustica, poiché, come da lui dichiarato in apertura di pellicola con molta autoironia, "Mi chiamo David Gilmour e sono una leggenda, cazzo!".
Sul palco del Circo Massimo nell'autunno dello scorso anno Gilmour era affiancato dal fedele Guy Pratt (basso e voce), Greg Phillinganes e Rob Gentry alle tastiere, alla batteria Adam Betts e alle chitarre Ben Worsley. Oltre alle quattro coriste: Louise Marshall (anche al pianoforte), Charley e Hattie Webb e la già citata figlia Romany. David Gilmour sul palco appare rilassato e spesso sorridente, da buon maestro di cerimonia, non reclama per sé tutte le attenzioni, lascia saggiamente alla band, esatta e puntuale, lo spazio per fornire colore e calore e interpretare al meglio i brani – ripresi dal repertorio solista e naturalmente da quello dei Pink Floyd – che vengono poi portati a vette inviolabili dal suono e dagli assoli della sua chitarra.
Quella di David Gilmour (e dei Pink Floyd) è moderna musica classica. E anche fosse la milionesima volta che lo si ascolta, un classico lo si può definire tale quando riesce sempre a sorprendere per bellezza e profondità. Quando, anche sprofondati una mattina nella poltrona di un cinema, assorbe un piacere che è totalizzante.
Dando per scontata la differenza non da poco che esiste tra l'esperienza di assistere ad un concerto dal vivo e quella di viverla su uno schermo - il più delle volte i film concerto risultano noiosi riuscendo a trasferire solo in minima parte l'evidente emozione vissuta dal pubblico presente - “Live al Circo Massimo. Roma” riesce nell'impresa di comunicare emozione e incanto in quantità. Tanto basta. E avanza.