Non è una rivista musicale né la stampa di settore a sostenerlo, ma direttamente lui: Morrissey ha condiviso sui social una lista delle migliori serate del suo ultimo tour europeo, e la classifica, come sempre nel suo stile, mai accomodante, sorprende, esclude e consacra. Il titolo secco e definitivo “The Best Nights of the Tour” è già tutto un programma: la selezione raccoglie le dodici tappe che secondo l’artista britannico hanno rappresentato l’apice emotivo e artistico delle sue recenti esibizioni dal vivo. A guidare la lista c’è, a sorpresa, Ostuni, seguita da Roma e Manchester.
L’Italia, con ben tre città nella top 6 (Ostuni, Roma e Lucca), si conferma una delle patrie più calorose per l’ex leader degli Smiths. Questa graduatoria rappresenta un ulteriore vero e proprio gesto di riconciliazione con un Paese che, fino a poco tempo fa, sembrava aver definitivamente escluso dai suoi piani. Il motivo di quella lontananza risale al 2017, quando Morrissey aveva fatto intendere che non sarebbe mai più tornato in Italia, a seguito di un episodio sgradevole con la polizia romana. Un alterco che avrebbe segnato profondamente l’artista e alimentato la convinzione che l’Italia non fosse più un luogo “sicuro” per lui. Ma ora tutto è cambiato: Moz è stato protagonista di sei date nel nostro Paese.
Tornando alla classifica: Morrissey non motiva direttamente le sue scelte, ma senz’altro nella sua idea di “migliore” non contano solo la qualità tecnica o la dimensione delle venue. Pesano il calore del pubblico, l’intensità, la connessione istantanea tra palco e platea, il suo modo di approcciarsi alla performance. In questo senso, la presenza in vetta di Ostuni è significativa: forse proprio la sua intimità e l'entusiasmo fuori scala del pubblico locale hanno colpito l'artista più di arene affollate e capitali consolidate. Tra le altre città premiate, si distinguono Cracovia e Colonia, a testimonianza del legame forte che Morrissey mantiene con l’Europa centrale, e ben quattro tappe in Germania (Colonia, Berlino, Monaco, Lipsia), che dimostrano un’accoglienza costante nei Paesi di lingua tedesca.
Spicca anche Manchester, unica data britannica in top 3: un ritorno a casa, che conferma come, nonostante polemiche, silenzi e distanze, la città natale di Morrissey resti una tappa identitaria. Chiudono la lista Glasgow (seconda serata, è specificato), Copenaghen e Parigi, capitali della musica live che il cantante ha visitato in momenti diversi della sua carriera e che, anche in questo tour, hanno lasciato il segno, ma non abbastanza, tanto da finire in fondo alla graduatoria. Come sempre con Morrissey, anche una semplice lista si trasforma in dichiarazione d’intenti, in una mappa emozionale, in un sorriso beffardo, in una provocazione.