Al primo concerto della reunion degli Oasis, lo scorso venerdì a Cardiff, c’è stato un momento in cui i 75 mila del Principality Stadium sono esplosi in un boato, quando mancava in realtà ancora una buona mezz’ora all’inizio dello show. È successo quando alla fine del set di Richard Ashcroft, scelto dai fratelli Gallagher per aprire i concerti del reunion tour, in una sorta di puro revival del Britpop, è partito il celebre riff di archi di “Bitter sweet symphony”: l’arena è letteralmente impazzita e anche i fan più giovani - che hanno shazammato il brano, omaggiati dallo stesso rocker sui social: «Tutti i nuovi fan sono i benvenuti» - si sono scatenati sulle note della hit dei Verve datata 1997, che Ashcroft ha voluto dedicare a Noel e Liam. «Sono così felice di essere qui insieme alla più grande band rock’n’roll», ha detto l’ex Verve, che pur avendo appena pubblicato un nuovo singolo, “Lover”, antipasto del suo primo album di inediti in sette anni, “Lovin’ you”, in uscita il 3 ottobre, ha rinunciato a fare promozione, puntando tutto su classici della sua ex band. E così la reunion degli Oasis ha contribuito, tra le altre cose, a riportare al centro dell’attenzione anche quello che è stato spesso definito «l’eroe minore del Britpop».
Il rapporto con gli Oasis
«Penso di essere l’unica persona che potrebbe suonare in quello slot»: è con queste parole che Ashcroft, come da lui stesso rivelato in una recente intervista ai microfoni di Radio X, negli scorsi mesi ha chiesto a Noel Gallagher di sceglierlo come uno degli artisti di spalla degli Oasis, dopo il clamoroso annuncio della reunion di un anno fa. Non ha dovuto faticare per convincere il più grande dei fratelli Gallagher, che ha più volte definito, nel tempo, Ashcroft come «uno dei più grandi autori della nostra generazione», come «un poeta» e come «l’ultima vera rockstar». Anche Liam ha manifestato in più di un’occasione la grande stima per l’ex Verve, testimoniata da duetti come “C’mon people (We’re making it now)”, inciso per l’album di Ashcroft “Acoustic hymns vol 1” del 2021: «A tutti quelli che stanno piagnucolando perché non diamo spazio alle band giovani e non gli permettiamo di farci da supporter dico che questo gioco è a un livello tale che temo sia fuori dalla portata del 99% degli artisti», ha detto il cantante, rivendicando la scelta di portare in tour Ashcroft. Non c’entrano accordi tra case discografiche o promoter: la combo è quanto di più naurale e spontaneo potesse accadere. Noel e Liam hanno voluto tributare a Ashcroft il contributo fondamentale dato alla scena e di conseguenza, in una certa misura, anche alla loro carriera: «Ho vissuto quasi tutta la storia insieme a loro, fin dal primo giorno. Prima ancora che uscisse il loro primo album», ha rivendicato Ashcroft, che fondò i Verve a Wigan, nella Greater Manchester, nel 1990, un anno prima che a pochi chilometri di distanza dalle case popolari della città britannica partisse la scalata della band di “Wonderwall”.
Un genio silenzioso
Noel Gallagher ha spesso dichiarato di invidiare a Ashcroft la stessa “Bitter sweet symphony”, che avrebbe voluto scrivere lui: anni fa emerse in rete una registrazione d’archivio in cui il più grande dei due fratelli più rissosi del rock reinterpretava la canzone contenuta nell’album dei Verve “Urban Hymns”, il terzo della band dopo l’esordio del 1993 con “A storm in heaven” (che precedette di un anno il debutto degli Oasis con “Definitely maybe”) e “A northern soul” del 1995 (che anticipò di tre mesi “What’s the story Morning glory?”). «Posso dire senza esagerare che il talento di Noel nella scrittura di canzoni e lo spirito puro di Liam come cantante mi hanno aiutato a ispirarmi a creare alcuni dei miei migliori lavori. È stata la perfezione di “Live forever” a costringermi a provare a scrivere qualcosa di mio che ci si potesse avvicinare», ha raccontato Ashcroft parlando dell’influenza che gli Oasis, a loro volta, ebbero su di lui e sui Verve, a livello musicale. Gli Oasis in quegli anni monopolizzavano le copertine dei tabloid e delle riviste, nel Regno Unito: risse, rivalità (come quella con i Blur, che segnò il decennio), litigi tra fratelli, dichiarazioni arroganti. Tutti elementi accessori che in un modo o nell’altro rendevano affascinante quel rock sfrontato e ribelle che caratterizzava le loro canzoni. Viceversa, Ashcroft non incarnava propriamente la spavalderia da “lad culture” che caratterizzava i fratelli Gallagher: schivo, refrattario a certe logiche dello show biz, poetico e visionario, preferiva al clamore il lavoro in studio di registrazione. Va ricordato poi come il successo di “Bitter sweet Symphony”, la più grande hit dei Verve, fu offuscato dalla lunga battaglia legale con Mick Jagger e Keith Richards, che quando realizzarono che il riff d’archi che caratterizzava la canzone era stato campionato da una rivisitazione orchestrale della loro “The last time” decidero di fare causa a Ashcroft e compagni. Già, perché l’uso del sample non era stato autorizzato. La causa si risolse in sede extragiudiziale, con Jagger e Richards che ottennero di essere accreditati tra gli autori della canzone, ricevendo così le rispettive parti di royalties, salvo poi rinunciare nel 2019 ai diritti sulla canzone.
Il ritorno con il nuovo album
Con quelle canzoni spesso cariche di malinconia, struggimento, riflessioni esistenziali, Ashcroft si è spesso ritrovato a percorrere strade tutte in salita, consacrandosi dopo lo scioglimento dei Verve - prima dell’estemporanea reunion del 2008 con l’album “Forth” - come un artista di culto. Nel 2019 agli Ivor Novello Awards, tra i premi musicali più importanti nel Regno Unito, decisero di premiarlo con un riconoscimento speciale «per il contributo eccezionale dato alla musica britannica». Il nuovo album “Lovin’ you”, annunciato proprio alla vigilia della partenza del tour degli Oasis, arriva a quattro anni dalla raccolta acustica del 2021 “Acoustic hymns, vol. 1”. «L’album esplora le diverse sfaccettature del suo stile: dalle classiche ballate acustiche intrise di archi all’indie rock, passando per accenni di americana, soul e beat elettronici. I temi sono intimi e personali, dominati dall’amore, dal romanticismo e da messaggi importanti e di sostegno rivolti a chi sta affrontando le difficoltà della vita», anticipa un comunicato stampa. Ashcroft è pronto a riprendersi il suo posto nella scena.