Generic Animal e 'l'ossessione per la melodia e la ridondanza'
NUOVO IMAIE propone una serie di incontri con protagonisti e protagoniste del panorama musicale italiano per parlare dei loro progetti, ma anche per approfondire le dinamiche che ruotano intorno all’essere Artista Interprete Esecutore.
Ci sono artisti che non assomigliano a nessun altro, e sicuramente Generic Animal appartiene di diritto a questa categoria. A dispetto del nome non è un animale qualunque, anzi, appartiene a una razza in via di estinzione: quella dei cantautori che riescono fare dell'originalità la chiave di volta di tutta la loro produzione. Tant'è che ha voluto definire il suo ultimo singolo "La lingua", uscito da poco, come un brano "acustico, barocco, medievale e venato di folk", ma nessuna di queste definizioni riesce a coglierne appieno il senso. Vero nome Luca Galizia, classe 1995, affonda il suo background nella scena hardcore ed emo della provincia di Varese, ma non disdegna neanche generi come trap e R&B. E' soprattutto dopo l'incontro con l'etichetta indipendente La Tempesta Dischi che ha cominciato a sentirsi libero di andare oltre i generi e sviluppare un'identità del tutto propria e unica, che emerge prepotentemente nel suo ultimo album "Il canto dell'asino", pubblicato a fine 2024.
Hai definito il tuo album "rock avvelenato di R&B isterico, cantautorato italiano contaminato da chitarre nervose, voci sgolate e pianoforti scordati". Eppure, allo stesso tempo, è un lavoro molto pop (o meglio, alt-pop). Qual è il tuo rapporto con la musica orecchiabile?
Abbiamo provato a trovare diverse definizioni per questo disco, perché sicuramente è molto sfaccettato. Poi certo, c’è anche da dire che in Italia abbiamo continuamente bisogno di etichette per far capire quello che facciamo. Non ti nego che alla fine mi ritrovo molto di più nella definizione alt-pop che non in altre. Amo la musica “orecchiabile”, e penso che la mia sia fatta principalmente di ossessione per la melodia e la ridondanza. Quindi bisogna forse mettersi d’accordo su cosa sia pop o meno. Sicuramente suonare la chitarra mi piace molto, e mi piace molto usarla come veicolo per guidare tutto il resto. Sperimentare, suonare strumenti in maniera arzigogolata e proporli in chiave diverse e strane è sicuramente la cosa che mi ha sempre fomentato di più.
Hai spiegato che quelle contenute nelle tue canzoni sono storie vere e autobiografiche. Qual è il brano più personale, tra tutti?
“27” è il pezzo più personale e intimo, oserei dire il più domestico. Parla di una notte insonne passata a bussare al muro dei vicini implorandoli di smettere di ascoltare gli Wham! Alle 5 del mattino. (In tutto questo ci tengo a dire che amo gli Wham!)
Sempre più artisti che un tempo sarebbero stati fuori dal circuito mainstream nell’ultimo periodo sono tentati da una partecipazione a Sanremo. Tu segui il Festival?
Quest’anno l’ho guardato per sbaglio un paio di volte: ovviamente so più o meno chi ha vinto e chi ha partecipato, ma in generale c’era molta poca originalità, molta poca voglia di raccontare davvero qualcosa. A chi parlavano queste canzoni? Cosa volevano dire? Fatico a metterle a fuoco.
Cosa ne pensi dell'annosa questione "canzoni scritte da troppi autori" che è emersa di recente?
Il problema non è il numero degli autori, ma la qualità del risultato finale. In questo caso mi sembra abbiamo ascoltato una serie di canzoni create seguendo stratagemmi un po’ trash e ingaggianti.
Tutti raccontano che il mercato discografico italiano è in ottima salute, ma cosa significa essere un artista indipendente oggi? Trovi che la situazione sia buona anche per voi o ci sono cose che secondo te andrebbero migliorate?
Il mercato discografico è in salute esattamente com’è vero che mi ricresceranno i capelli se continuo a mangiare la frutta, come diceva mia nonna. Nonostante questo e il maltempo continuo, la situazione per “noi” è sempre buona. Non abbiamo vincoli o niente di troppo sostanzioso da perdere, il che vuol dire ovviamente essere costantemente affamati o comunque avere l’urgenza di fare solo quello che si vuole fare, sperando che venga intercettato da orecchie sane. È un discorso lungo e complesso e non voglio renderlo qualunquista: nel mio piccolo cerco di fare del mio meglio per realizzare cose nuove, con artisti che stimo, amiche e amici, autofinanziandomi o finanziando cose in cui credo.
Capitolo live: anche in questo caso i tour sono sempre di più, ma è sempre più complicato e costoso allestirli. Secondo te qual è la sfida più grande che affronta chi vuole portare in giro un live con una band nel 2025?
La sfida più importante per me è essere sereni e sicuri di quel che si sta facendo, riuscire a goderne mentre lo si sta facendo. È una cosa che ho capito con il tempo, che si acquisisce solo trovando la giusta connessione con i propri compagni di gruppo. Le cose sono cambiate molto, sia tecnicamente che artisticamente. Se a livello economico si è sempre un passo indietro, a livello artistico siamo sempre cinque passi in avanti. Sono davvero grato di poter suonare con i miei amici e del fatto che ognuno di loro metta in gioco le sue carte e il proprio talento a servizio della resa del live. Le canzoni partono da me, ma vengono plasmate insieme agli altri in un nuovo formato sempre diverso.
Per un musicista indipendente come te, che non può contare su miliardi di streaming e che fa ancora grande affidamento sul circuito live, quanta attenzione c'è nel conoscere e far riconoscere i tuoi diritti?
Sto imparando sempre di più a proposito di queste materie, e penso di essere abbastanza a conoscenza dei miei diritti e del diritto che tutela il patrimonio della propria creatività. Ma non si smette mai di scoprire cose nuove. Sicuramente La Tempesta Dischi mi ha tenuto protetto in una zona di comfort, e mi ha aiutato in un’educazione piacevole e graduale rispetto a queste cose.
Sei iscritto a NuovoIMAIE, una collecting per artisti interpreti esecutori. Molti artisti all'esordio non sanno dell'opportunità di poter contare anche su questo tipo di introiti: cosa diresti ai tuoi giovani colleghi per spiegare il perché è importante esserne consapevoli?
Informatevi su ciò che vi spetta, leggete più possibile a riguardo. Non date per scontata e non deprezzate mai la vostra creatività e la vostra partecipazione, neanche nel momento in cui condividete le vostre idee con qualcuno e queste idee vengono registrate (o se passate una giornata in studio con qualcuno di nuovo).
Progetti futuri?
Sto lavorando a diverse cose, collaborazioni variopinte e non lineari. E sto producendo altri artisti.