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Halsey e le maschere di “The great impersonator”

Ora è Bruce Springsteen, ora Britney Spears, ora David Bowie: "Ho finito per dissociarmi", dice lei.
Halsey e le maschere di “The great impersonator”
Credits: Sarah Pardini

Nel trailer che ha pubblicato lo scorso agosto si è fatta ritrarre sfoggiando look diversi, ciascuno legato a una precisa epoca: “Come sarei apparsa se avessi esordito all’inizio degli Anni Duemila?”, si domanda Halsey, mentre si mostra in versione Britney Spears. “E negli Anni ’90? Negli Anni ’80? Negli Anni ’70?”, e intanto appare ora in versione grunge, ora in versione glam rock ora in versione diva country. Solo alcune delle maschere che la 30enne popstar statunitense ha scelto di indossare in “The great impersonator”, il suo nuovo album, che uscirà questo venerdì. Il disco è il primo in tre anni dopo “If I can’t have love, I want power”, il primo ad uscire per Columbia (parte del gruppo Sony) dopo la rottura con Capitol, ma soprattutto è il primo da quando lo scorso giugno Halsey ha rivelato che all’inizio dell’anno le sono stati diagnosticati il lupus eritematoso sistemico e un disordine del linfocita T: “Penso che la cosa più brutta che ti possa succedere quando hai una malattia grave è che perdi la tua personalità. Io ho finito per dissociarmi”, spiega lei.

A “salvarla” ci hanno pensato miti come Bruce Springsteen, Stevie Nicks, Dolores O’Riorda dei Cranberries, Amy Lee degli Evanescence, David Bowie e Cher, ai quali ha dedicato le varie canzoni di “The great impersonator”, calandosi ora nella parte del Boss (“Letter to God” - l’ha annunciata sui social con un’immagine che la ritrae come Springsteen ai tempi di “Born in the USA” e ha scritto: “Sono una ragazza del Jersey”, un riferimento a "Jersey girl", cover di Tom Waits e classico del repertorio del Boss), ora in quella della cantante dei Fleetwood Mac (“Panic attack”), ora in quella di Fiona Apple (“Arsonist”), ora in quella della voce di “Bring me to life” (“Lonely is the muse”), ora in quella di Bowie (“Darwinism”). Tale e Quale Halsey, verrebbe da dire.
Tra le maschere che ha scelto di indossare c’è anche quella di Britney Spears. In “Lucky” ha campionato l’omonima hit della popstar di “Baby one more time”, raccontando di averle scritto anche una lettera: “È stata così solidale sin dall’inizio. Non pensavo sapesse chi fossi. Le ho scritto questa lettera molto lunga, parlando di lei e di quanto amassi quella canzone. Ero appena diventata una mamma single, quindi mi sono identificata in lei anche per quello”.

La rottura con Capitol per TikTok

Nel 2022 Halsey, 30 miliardi di streams a livello mondiale sulle piattaforme grazie a hit come “Walls could talk”, “Boy with luv”, “Without me”, “Closer” e l’inno “New Americana” (faceva parte dell’album d’esordio “Badlands”, uscito nel 2015), puntò il dito contro i discografici della Capitol attraverso un duro sfogo pubblicato sui social: “Ho una canzone che amo e che voglio pubblicare il prima possibile, ma la mia etichetta discografica non me lo permette. Sono otto anni che lavoro in questo settoire e ho venduto oltre 165 milioni di dischi e la mia etichetta discografica sta dicendo che non posso pubblicarla a meno che non possano fingere un momento virale su TikTok. Tutto è marketing”. Dopo quasi dieci anni di collaborazione, le strade della popstar e dell’etichetta del gruppo Universal si sono separate e Halsey ha firmato un nuovo contratto con Columbia, parte del gruppo Sony. Sembrava tutto pronto per il suo ritorno sulle scene, poi la diagnosi dei medici ha messo di nuovo in stand-by la sua carriera: “Ho pensato davvero che questo potesse essere il mio ultimo album - racconta lei - ho avuto quel tipo di malattia per cui non puoi davvero uscire di casa. Il tuo corpo inizia ad avere un aspetto diverso. Perdi i capelli come se fosse davvero un’esperienza completamente trasformativa”. Nel trailer del disco ci sono anche delle immagini che la ritraggono in ospedale, con i macchinari attaccati, mentre si sottopone alle cure: “Ho scritto l’album in uno spazio intermedio tra la vita e la morte. Ho aspettato risposte dai dottori per mesi. Non sapevo neppure se avrei potuto continuare a fare la cantante. È stato terrificante. E poi ho capito che dovevo iniziare a scrivere perché sentivo che mi avrebbe aiutato a elaborare quello che stava succedendo”.

La collaborazione con Victoria De Angelis

Lo scorso mese Halsey ha spiazzato tutti presentando in anteprima agli MTV Video Music Awards una delle diciotto tracce contenute in “The great impersonator”, “Ego”. È arrivata sul palco in sella a una bicicletta, si è fermata davanti alla ricostruzione di un garage, ha sollevato la serranda e ad aspettarla, dietro, c’erano la batterista Raja Meissner e la “nostra” Victoria De Angelis, la bassista dei Maneskin, insieme alle quali si è esibita sulle note del brano, omaggio agli Anni ’90. Una delle tante metamorfosi che troveremo nel disco: “Forza, signore e signori. Siate testimoni della straordinaria capacità di una donna che può diventare chiunque, qualsiasi cosa il vostro cuore desideri. Si trasforma davanti ai vostri occhi, la sua voce e il suo volto sono un riflesso dei vostri sogni più profondi e delle vostre paure più oscure. È la regina dello strano, la maestra della metamorfosi. Attenti a The Great Impersonator (la grande imitatrice, ndr)”, dice lei, non senza enfasi, alimentando l’attesa legata al suo ritorno.

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