Not Waving: alla corte di Cremonini, passando per Cosmo
È iniziato tutto con il punk. E del punk Alessio Natalizia - a destra nella foto in alto, sul palco con Cosmo - conserva ancora oggi l’attitudine iconoclasta e anticonformista. Ancor prima della collaborazione con Cosmo che gli ha permesso di conquistare il pubblico e gli addetti ai lavori e di arrivare pure alla corte di Cesare Cremonini, che l’ha arruolato per il singolo “Ora che non ho più te”, primo antipasto del suo prossimo album, Not Waving - questo il nome d’arte da band del musicista - è stato il frontman e il chitarrista dei Disco Drive. Forse il nome non vi dirà nulla, eppure il gruppo è considerato oggi una sorta di culto della scena punk rock torinese dei primissimi anni Duemila. Con Natalizia, figlio degli Anni ’80, abruzzese di origine ma torinese d’adozione, cresciuto a pane e Ramones, Descendents, Minor Threat e Fugazi, c’erano Andrea Pomini al basso e Jacopo Borazzo alla batteria. Il trio fu preso sotto la sua ala protettiva da Max Casacci dei Subsonica, che aiutò i Disco Drive a realizzare il disco d’esordio del 2005 “What’s wrong with you, people?”, seguito nel 2007 da “Things to do today”. Nel 2009 Manuel Agnelli arruolò Natalizia e soci per il progetto “Afterhours presentano: Il paese è reale (19 artisti per un paese migliore?)”, la compilation che l’iconica rock band milanese pubblicò in concomitanza con la sua partecipazione al Festival di Sanremo con “Il paese è reale”: dentro c’erano anche Dente, A Toys Orchestra, Calibro 35, Il teatro degli Orrori, Zen Circus, Zu, Marta sui tubi. Erano gli anni di MySpace, quelli in cui Mtv spingeva i gruppi indie italiani. Ma è stato a Londra che Alessio Natalizia è diventato a tutti gli effetti Not Waving, quello che oggi è considerato come uno dei produttori di “elettronica creativa” più stimati in assoluto.
Nella Capitale britannica Natalizia ha definito il suo essere musicista. A Londra, dove si trasferì alla fine degli Anni Duemila, si è immerso nella cultura dell’elettronica. E ne è diventato un protagonista. Inizialmente pubblicava dischi e faceva concerti con il nome di Banjo or Freakout: i dischi che circolavano su MySpace venivano etichettati come ambient-shoegaze. Tra un progetto e l’altro c’è stata una parentesi, Walls, esperienza da cui è poi nato poi Not Waving. Il nome? C’entra l’omonimo pezzo dei This Heat, il suo gruppo preferito. L’altro significato dietro al nome è l’omonima poesia di Stevie Smith, che parla di un uomo che sta annegando e per farsi aiutare agita le braccia più che può ma viene scambiato per uno che saluta. A Londra Natalizia ha fondato pure un’etichetta, la Ecstatic Recordings, oltre a firmare colonne sonore, pubblicità e jingle per la BBC, ritagliandosi un posto speciale nel cuore degli appassionati della scena elettronica contemporanea, entrando nel giro giusto. Nel 2022 il cantautore Sébastien Tellier, uno degli artisti francesi più significativi dell’ultimo decennio, diventato una vera icona grazie al suo stile enigmatico, gli ha commissionato un remix della sua “Clair-obscur”. Tra le altre collaborazioni collezionate negli anni, quelle con Mark Lanegan (con il quale nel 2019 ha addirittura inciso un intero disco, “Downwelling”), Jim O’Rourke, Marie Davidson, Jonnine Standish e Colin Potter. Sui social lo seguono Elisa, Giuliano Sangiorgi e un altro genio dell’elettronica made in Italy come Mace.
La collaborazione tra Natalizia-Not Waving e Cosmo è decennale. Era il 2014 quando il musicista abruzzese produsse “Bright white light”, l’ultimo album dei Drink To Me, il gruppo con il quale Cosmo si è fatto largo nella scena elettronica italiana prima di mettersi in proprio. I due, che non si sono mai persi di vista, si sono ritrovati nel 2022 per il singolo “La verità”, assaggio dell’album che Cosmo avrebbe pubblicato all’inizio di quest’anno, “Sulle ali del cavallo bianco”.
“Alessio mi ha aiutato mettere a fuoco che non devo fare tracce UK, ma canzoni italiane, poi far intervenire elementi che prendi magari dalla trance, che prendi dalla acid, e così via. È un viaggio che abbiamo appena iniziato: è stato un parto spontaneo, velocissimo, però senza fatica, abbiamo lavorato pochissimo al disco insieme ed è venuto tutto così. Ci conosciamo dai tempi dei Disco Drive, la sua band degli anni zero, poi lui è andato a Londra. Spero sia l'inizio di un percorso che durerà per sempre, poi vedremo”, ha detto la voce de “L’ultima festa” a proposito del sodalizio.
Cosmo deve aver rappresentato una reference per il lavoro con Cremonini a “Ora che non ho più te”, tra i Tame Impala, The Weeknd e il Lucio Battisti degli album “bianchi”, quello che ad un certo punto cominciò a tradire i luoghi comuni della canzone italiana e si addentrò nei mari del synth pop e della new wave. Nel brano la voce calda, asciutta e intima di Cremonini porta l’ascoltatore in una storia di solitudine, amore e rinascita: “In questo brano c’è tutta la voglia di tornare a parlare un linguaggio più reale, delle cose che vivo, senza nascondermi. Sto attaccato alla vita: lavoro, viaggio, conosco, mi butto nelle esperienze. Anche le scelte musicali rispecchiano questo atteggiamento, è un brano che vuole farti cantare, urlare, ballare con i piedi per terra”, ha detto il cantautore bolognese. “Ora che non ho più te” apre il spario che si apre su quello che l’ex Lunapop definisce come “un progetto fatto di tante scenografie che svelerò canzone dopo canzone”. Chissà quali altre sorprese ci riserva questo affascinante sodalizio.