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Motta, il ribelle: fonda una label e rivisita il suo repertorio

Nel futuro del cantautore: un disco, un’etichetta e quattro live con una super band.
Motta, il ribelle: fonda una label e rivisita il suo repertorio
Credits: Matteo Graia

C’è aria di rivoluzione nell’universo di Francesco Motta. Il cantautore ha deciso di mettere le mani sul suo repertorio, di cercare, come sempre ha fatto, nuove strade, di solito poco battute, in cui correre libero. Questa volta lo fa ripartendo dalle radici, da canzoni già scritte a cui offre nuova vita, portandole in una dimensione in cui le certezze vengono volutamente sgretolate. Nuovi stimoli, non solo musicali, ma anche spirituali e di intento: l’artista, infatti, ha lanciato “Suona” che non è solo un volume uno, un progetto musicale, un disco, ma anche il primo vagito della sua etichetta “Sona”.

Il nuovo album uscirà in digitale l’11 ottobre e verrà presentato con quattro appuntamenti, intimi, previsti a novembre (sul palco con lui Cesare Petulicchio, Giorgio Maria Condemi e Roberta Sammarelli): 7 e 8 novembre all’Hacienda di Roma, il 27 e il 28 novembre a Base a Milano. Intanto ha pubblicato anche i primi due brani “Roma Stasera (Suona Session Vol.1)” e “Cambio la faccia (Suona Session Vol.1)”, brano originariamente dei Criminal Jokers. Un progetto libero, psichedelico, dall’attitudine punk, in cui la dimensione del live e dello studio di registrazione si fondono l’una con l’altra. “Roma Stasera”, per esempio, nella versione “Suona Session Vol.1”, sembra imprendibile, una macchia di colori che si ritira e poi si espande, cambiando costantemente forma. Non dà punti di appoggio: spinge verso un ballo scomposto e ubriaco, induce al movimento come se si fosse dentro un club di musica elettronica, e quando meno ce lo si aspetta, nell’ultima parte, spuntano echi e strumenti distorti a incidere, a far cambiare ancora direzione, lasciando lo spettatore sospeso. È musica scivolosa, ammaliante, “non sicura”.

La particolarità dell’esperimento artistico di Motta (nato e prodotto insieme a Cesare Petulicchio e Giorgio Maria Condemi) è quella di riportare la musica live in uno studio di registrazione e non il contrario: dare vita a un album che suona come se fossimo a un live e a quattro concerti in cui il cantautore e i suoi compagni di viaggio porteranno in scena canzoni che prenderanno corpo come succede solo all’interno di uno studio di registrazione. Per rendere possibile l’esperimento, l’artista ha chiamato con sé alcuni dei migliori musicisti della scena alternativa: Roberta Sammarelli (bassista dei Verdena), Cesare Petulicchio (Bud Spencer Blues Explosion), Giorgio Maria Condemi, Kazu Makino, Teho Teardo e Maria Chiara Argirò. Sound distorti e generi che si intrecciano danno vita a un disco in cui tutto gira intorno alla potenza, alla passione e ai sentimenti, spesso contrastanti. È un grande inno alla libertà espressiva. L’idea alla base è quella di creare un progetto in cui si vuole scardinare la verticalità di alcuni brani editi che hanno fatto parte della sua carriera, solista e con i Criminal Jokers, modificando arrangiamenti e armonie.

Il tutto inserito all’interno di un flusso creativo che abbia come fine ultimo quello di fare musica per il piacere di farla, con la stessa potenza che l’artista riesce a sprigionare su un palco durante ogni suo live. Il disco sarà la prima uscita di “Sona Music Records”, la nuova etichetta discografica di Motta, che si occuperà di curare alcuni particolari progetti, che seguiranno parallelamente la carriera dell’artista. “Il nome è un chiaro riferimento a quando ho iniziato a suonare: ho avuto la fortuna di crescere in una provincia piena di musicisti che non solo mi hanno aiutato a migliorare, ma anche a cercare di non parlare troppo durante i concerti fra un brano e un altro, visto che una parola in più poteva essere zittita da un urlo unanime, appunto… ‘Sona’ – ha raccontato l’artista - mi prenderò la completa libertà di scegliere come e quando fare uscire degli album per Sona Records”.

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