Peter Gabriel: un disco fatto a pezzi

Con il plenilunio l’ex Genesis pubblica "Olive Tree" ottavo brano estratto dal fantomatico "i/o"

Con “Olive Tree” siamo a otto brani estratti dal nuovo album di Peter Gabriel, "i/o" la cui pubblicazione è da tempo annunciata ma che ancora non ha una data effettiva di uscita.

Il nuovo “singolo” è disponibile da ieri, in concomitanza con il plenilunio del mese di agosto (che vedrà ben due lune piene - l’altra è prevista per il 30 agosto), un evento particolare perché si è trattato di una “superluna” (per una minor distanza dal nostro satellite) detta dello Storione.

Come al solito il cantautore britannico per “Olive Tree” ha prima pubblicato un “Bright-Side Mix”, curato da Mark ‘Spike’ Stent, mentre con il novilunio (16 agosto) arriverà il “Dark Side Mix”.

Ogni singolo è inoltre accompagnato da una grafica con opere d’arte di autori più o meno famosi. A impreziosire “Olive Tree” Gabriel ha scelto ‘Chroniques avec la Nature’, un disegno di Barthélémy Toguo.

“Olive Tree” è l’ultima uscita “discografica” (on line) ma è anche un brano che Peter Gabriel ha presentato in versione live sin dalla prima data del suo tour il 18 maggio 2023 a Cracovia e che ha inserito in scaletta in tutte le date europee inclusa quella di Milano (Leggi qui).

“Uno dei concetti di cui scrivo - aveva detto Gabriel a gennaio in occasione dell’uscita del primo brano “Panopticom” - è l'idea che sembriamo incredibilmente in grado di distruggere il pianeta e che, se non troviamo il modo di riconnetterci alla natura e al mondo naturale, perderemo molto. Un modo semplice - conclude - per pensare a dove ci collochiamo in tutto questo è guardare il cielo... e la luna mi ha sempre affascinato". Da qui la scelta di seguire le fasi lunari nella pubblicazione dei brani dell’album.

A gennaio Gabriel è tornato sulle scene discografiche con un nuovo brano, “Panopticom” dopo anni di silenzio. Il suo ultimo album di inediti, “Up”, risale al 2002 (seguito poi da due album di cover/riletture). Con questa uscita l’ex cantante dei Genesis annunciava anche la pubblicazione dell’album “i/o” (input/output) prevista in un generico “entro l’anno”

In linea con quanto dichiarato ogni mese esce un singolo nella doppia versione: una ad accompagnare la luna piena, l’altra la luna nuova. Anche “Panopticom” entra nelle scalette live del tour.

Il concetto di “Panopticom” è complesso e futuribile. Così lo racconta lo stesso autore: “Il brano si basa su un'idea a cui ho lavorato per dare inizio alla creazione di un “globo” di dati accessibile e infinitamente espandibile: il Panopticom. Stiamo iniziando - prosegue - a mettere in contatto un gruppo di persone che la pensano allo stesso modo e che potrebbero essere in grado di dare vita a questo progetto, per permettere al mondo di vedere meglio se stesso e di comprendere meglio ciò che sta realmente accadendo". Secondo il suo ideatore potrebbe essere “una gigantesca biblioteca vivente di esperienze umane e planetarie”.

A “Panopticom” segue ogni mese un nuovo brano inedito, magari già presentato, in una differente versione, durante i concerti.

The Court”, arriva con la luna di febbraio.
“Ho avuto questa idea per il ritornello ‘the court will rise‘, così è diventato un testo impressionista in forma libera che si collegava alla giustizia, c’è un senso di urgenza dentro il brano. Gran parte della vita è una lotta tra ordine e caos e, in un certo senso, la giustizia o il sistema legale è qualcosa che imponiamo per cercare di portare qualche elemento di ordine nel caos. Di questo però si fa sovente un abuso, spesso ingiusto e discriminatorio, ma allo stesso tempo è probabilmente una parte essenziale di una società civile.”

Il 7 marzo Gabriel pubblica “Playing For Time”.
Peter Gabriel parlando del brano ha dichiarato “”Playing For Time” è una canzone su cui ho lavorato a lungo e che ho già eseguito dal vivo, senza testo, perciò alcuni potrebbero conoscerla. È stata una canzone importante per me. Parla del tempo, della mortalità e dell’idea che ognuno di noi ha un pianeta pieno di ricordi che vengono nascosti in diverse aree del cervello”. Gabriel riferendosi a “Playing For Time” ha aggiunto: “Si tratta più che altro di una canzone personale che parla di come si assemblano i ricordi e riflette sull’ipotesi di essere prigionieri del tempo o se, al contrario, questo è qualcosa che può davvero liberarci. Penso che sia un bene spingere se stessi verso esperienze più audaci o interessanti, perché così si avranno ricordi più ricchi di cui nutrirsi quando si arriverà alla mia età. Inoltre, ogni esperienza significativa che si vive insegna”.

In occasione dell’uscita del singolo “i/o” avvenuta ad aprile il suo autore aveva scritto:
“Questo mese la canzone è “i/o” e i/o significa input/output. Lo si vede sul retro di molte apparecchiature elettroniche e mi ha fatto venire in mente alcune idee sulle cose che mettiamo dentro e tiriamo fuori da noi stessi, in modi fisici e non fisici. Questo è stato il punto di partenza dell'idea e del tentativo di parlare dell'interconnessione di tutto. Invecchiando probabilmente non sono diventato più intelligente, ma ho imparato alcune cose, per esempio trovo molto sensato il concetto per cui non siamo delle ‘isole indipendenti’, come ci piace pensare di essere, ma siamo parte di un tutto. Se riusciamo a vederci come individui collegati, pur sempre disordinati ma appartenenti a un insieme, allora forse c'è qualcosa da imparare?”

Ad accompagnare il plenilunio di maggio arriva “Four Kinds of Horses” di cui il 73enne artista inglese dice: "Four Kinds of Horses in realtà è iniziato con il progetto di Richard Russell 'Everything Is Recorded'. È un amico (e fondatore di XL Records) e mi ha chiesto di fare un salto nel suo studio. Ho trovato alcuni accordi, melodie e parole per un groove su cui stava lavorando. Abbiamo provato alcune cose che non hanno funzionato del tutto e così è rimasta da parte per un bel po'. Poi l'ho ripresa, ho cambiato il mood e il groove ed è emerso qualcos'altro con un ritornello migliore. Una serie di cose hanno dato il via alle idee per la canzone, tra queste la parabola buddista delle quattro specie di cavalli, che descrive i diversi modi in cui uno studente può avvicinarsi alla pratica spirituale."

Con la luna piena di giugno arriva “Road To Joy”, accompagnato dalla consueta nota dell’autore: “Sto lavorando a un progetto che è in parte una storia incentrata sul cervello e su come percepiamo le cose e questa canzone si collega a questo. Si occupa di esperienze di pre-morte e situazioni di sindrome di blocco in cui le persone non sono in grado di comunicare o di muoversi. È una condizione incredibilmente frustrante. Ci sono stati dei grandi libri e film su questo argomento, ma a questo punto della nostra storia le persone che si prendono cura del nostro eroe riescono a trovare un modo per svegliarlo. Quindi, è un testo sul ritorno ai tuoi sensi, alla vita, al mondo.

Infine lo scorso mese di luglio dal “destrutturato” disco “i/o” arriva “So Much”.
“Volevo ottenere un ritornello molto semplice ma che avesse ancora un po’ di sostanza nell’armonia e nella melodia. - spiega Peter Gabriel - Qualcosa che fosse facile da digerire ma con un po’ di carattere.
Il brano parla di mortalità e invecchiamento, tutti argomenti luminosi e allegri, ma penso che quando arrivi alla mia età o scappi dalla mortalità o ci salti dentro e cerchi di vivere la vita al massimo e questo sembra sempre avere molto più senso per me. I paesi che appaiono più vitali sono quelli che hanno la morte come parte della loro cultura.
Il motivo per cui ho scelto “So Much” come titolo è perché sono dipendente da nuove idee e da tutti i tipi di progetti. Mi eccito per le cose e voglio saltarci dentro e fare cose diverse. Adoro così tanto essere in un pasticcio! Eppure significa anche che c’è così tanto tempo, o qualunque cosa sia, disponibile. Bilanciarli entrambi è ciò di cui parla la canzone.”

Questi gli otto singoli sinora pubblicati, brani differenti tra loro, in cui l’impronta di Gabriel appare sempre chiara. Ad accompagnarlo il fedele gruppo di musicisti con cui lavora da anni, in particolare Tony Levine al basso, David Rhodes alla chitarra, mentre alla batteria troviamo Manu Katché. In alcuni brani appare anche la voce di Melanie la 46enne figlia di Peter (che già lo aveva accompagnato in tour). Ad arricchire il progetto le opere d’arte scelte direttamente da Gabriel che compongono la “copertina” di ogni singola uscita esclusivamente digitale.

Quindi a questo punto la strategia dell’ex frontman dei Genesis appare chiara. “i/o” è un album “fantasma”, fatto a pezzi o meglio un lavoro “smembrato” nella sua sostanza e interezza e presentato mese per mese, catturando così attenzione ad ogni uscita. Una nuova formula discografica e promozionale? D’altronde Peter Gabriel di rivoluzioni e di anticipazioni nella sua carriera ne ha fatte parecchie e tutte azzeccate.

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