Lewis Capaldi e Stromae: la salute mentale non va sottovalutata

Pressioni, ansie, crisi, ritiri e carriere musicali a rischio: i demoni del successo non hanno pietà

C’è uno studio, spesso preso a modello e citato, condotto nel 2019 dall'Università di Westminster, capace di fotografare il problema: su un campione di oltre duemila musicisti e artisti intervistati, il 68,5% ha dichiarato di aver sofferto di depressione e il 71,1% ha confermato di aver sofferto di ansia grave e attacchi di panico. La tutela della salute mentale nel mondo dell’arte e della musica è spesso sottovalutata e talvolta confinata, in modo ignorante e semplicistico, nei meandri dei “capricci da star”. Tutt’altro: sono sabbie mobili in cui chiunque può finire, a più livelli e in più campi, soprattutto in un mondo in cui velocità, performance e crescita sono portate pericolosamente all’eccesso.

Lo stop di Stromae e i pensieri suicidi

I recenti casi di due grandi della musica internazionale come Lewis Capaldi e Stromae hanno riportato nuovamente sotto i riflettori le spine di una questione che non perde mai di attualità, ma anzi diventa sempre più centrale. L’artista belga ha fermato tutti i suoi prossimi concerti, compreso quello previsto a Roma il prossimo 16 maggio. Queste le parole di Stromae: "Devo rassegnarmi al fatto che la mia salute non mi permette, sfortunatamente, di continuare a incontrarvi in questo momento. Condivido con voi queste novità con enorme rimpianto e una profonda tristezza, ma devo ascoltare i miei limiti. Circondato dalla mia famiglia, devo prendere il tempo per ristabilirmi per riprendere, quando potrò, il prosieguo dei concerti. Spero di darvi mie notizie in senso positivo al più presto, non vedo l'ora di ritrovarvi per portare a termine questa tournée, circondato dall'equipe che mi ha accompagnato in tutti questi anni. Prendetevi cura di voi".

Stromae ha più volte parlato apertamente dei suoi momenti di rottura e cedimento. “Ho fatto troppo. 210 concerti in due anni. Troppo. Mi hanno portato a un esaurimento. Ero arrivato al limite. È davvero brutto e destabilizzante non poter più fare affidamento sulla propria psiche”: era il 2017 quando l’artista raccontava con queste parole, in un’intervista al quotidiano francese Libération, di come avesse perso la testa a causa del successo. “L’enfer (l’inferno)”, una canzone che parla esplicitamente di depressione e pensieri suicidi cantata in diretta durante il tg francese di TF1 nel 2022, è un altro episodio ancora oggi appiccicato nelle mente dei fan.

Riconnettersi con la vita

Lewis Capaldi ha annunciato il suo nuovo album in studio “Broken by desire to be heavenly sent”, per il prossimo 19 maggio. Il suo ultimo singolo è “Wish You The Best”. Co-scritto in parte a Los Angeles con JP Saxe e Malay e terminato a Glasgow, il brano contiene un testo struggente, il suono di un pianoforte e un ritornello forte. “Il singolo nasce dall’idea di avere davanti una persona che frequentavi in passato e che ora ti racconta tutte le cose meravigliose che fa senza di te – ha raccontato Lewis Capaldi - è una canzone sulle cose che non diciamo a queste persone. Provo fascino verso il non-detto, sia che riguardi una relazione, sia in riferimento a un’amicizia”.

Non è finita: Capaldi è al centro anche di un documentario onesto e senza filtri (qui la nostra recensione) in collaborazione con Netflix, BMG e Pulse Music, con la produzione esecutiva di Independent Entertainment, BMG e Quickfire Films. Intitolato “Lewis Capaldi: how i’m feeling now”, è disponibile sulla piattaforma Netflix e ha generato un forte dibattito. Diretto dal vincitore ai BAFTA Joe Pearlman, il film mostra l’artista in un momento cruciale della sua carriera: viene immortalato mentre cerca di tornare alle proprie origini dopo aver ottenuto un successo globale senza precedenti, tentando di riconnettersi alla sua vecchia vita, alla famiglia e agli amici che ha lasciato indietro.

Senza filtri

Dopo 4 anni in giro per il mondo e 5 tour da headliner sold-out, folle di fan urlanti e record nelle classifiche, il cantautore si ritrova nella vecchia casa dei genitori in Scozia per lavorare al suo secondo disco, nel tentativo di bilanciare una vita normale con una carriera costellata di successi. “Questo documentario nasce con l’intento di seguire il processo creativo del ‘difficile secondo disco’, ma finisce per essere un ritratto su come le pressioni che seguono il successo incidano nella vita di un giovane artista, esplorando inoltre uno dei temi fondamentali del nostro tempo: la salute mentale”, ha spiegato Sam Bridger, a capo della Pulse Films, la casa di produzione dietro alla pellicola. Il progetto è molto più di un semplice film musicale. Con il supporto della sua famiglia, Lewis si è aperto in una maniera unica, mostrando i demoni che svolazzano intorno a chiunque possa raggiungere un certo livello di notorietà. Il disco di debutto “Divinely Uninspired To A Hellish Extent” è stato un successo globale, considerate le oltre 10 milioni di copie vendute che hanno reso Lewis una star in tutto il mondo. I problemi, legati ad aspettative e ansie nel cercare di ripetere quel successo, sono partiti da lì.

Possibile abbandono

Proprio a inizio aprile Capaldi ha annunciato che, se non riuscisse più a gestire i suoi problemi, potrebbe abbandonare la scena. I disturbi di ansia, sindrome dell’impostore e sindrome di Tourette, di cui è affetto, lo starebbero affossando. È stato lo stesso cantautore e polistrumentista a rivelare le proprie fragilità in un’intervista al The Sunday Times, in cui ha spiegato che i problemi di salute mentale hanno condizionato la sua capacità di creare musica. “È solo il creare musica che mi arreca questo. Altrimenti posso stare bene per mesi. Quindi è una situazione strana. Per ora, ne vale la pena. Ma se arriverò a un punto in cui sentirò dentro di me un danno irreparabile, smetterò di fare musica”. I recenti e clamorosi casi di Stromae e Capaldi dovrebbero far suonare un ennesimo campanello d’allarme sul tema delicato della salute mentale, un suono che dovrebbe rimbombare non solo nel mondo della musica.

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