Lil Kvneki: “La mia generazione di rottamatori? Ha fallito”

Avevamo un piccolo Julian Casablancas in casa e non lo sapevamo: Lil Kvneki presenta "Crescendo".

Avevamo un piccolo Julian Casablancas in casa e non lo sapevamo. Se non altro perché questo potenziale qui Lil Kvneki, vero nome Alessio Aresu, 22 anni appena compiuti, noto ai più per essere l’ideale metà del duo degli Psicologi, che con “Millennium bug” e “Trauma” ha fatto da megafono alla Generazione Z, non lo aveva mai espresso. “Crescendo”, l’esordio discografico da solista del cantautore romano, è un inaspettato e accorato tributo musicale e culturale al rock alternativo, che spazia dal garage rock alla darkwave di King Krule, passando per il post-punk e, appunto, l’indie rock newyorkese di scuola Strokes: “Cercavo un modo di esprimermi diverso rispetto da quello con il quale mi ero fatto conoscere negli Psicologi. AI tempi di ‘Millennium bug’ registrai dei provini per il duo in cui provavo a cantare un po’ di più. Usavo l’autotune, ma non riuscivo a farlo funzionare bene sulla mia voce in quei pezzi, che erano già il seme di quello che sarebbe diventato poi ‘Crescendo’. Così quando ho iniziato a registrare seriamente questo disco ho deciso di accontonare del tutto l’autotune. Ho usato solo Melodyne, perché sarei un coglione a dire di non averlo usato: lo usano tutti. Ma anche l’uso della voce è diverso. È tutto completamente distorto”, spiega lui.


La copertina di "Crescendo".

Che oltre gli Psicologi ci fosse di più lo si era intuito già ascoltando il primo singolo del disco, “Solo come un cane”, uscito a dicembre, dopo l’annuncio della pausa del duo composto insieme al socio Drast. “Non è il caso di pensare male, perché ci vogliamo ancora bene e purtroppo non vi libererete di noi così facilmente, ma dopo tutti questi anni abbiamo collezionato tante idee da soli e non potevamo non coltivarle”, hanno scritto sui social i due ragazzi. “Non avevamo mai fatto progetti da solisti ed era una cosa che ci dicevamo di fare da tempo - conferma Lil Kvneki, a proposito della pausa - è andato tutto in maniera abbastanza spontanea. Volevamo entrambi provare ad esprimerci al di là del progetto Psicologi”. “Crescendo” è stato registrato tra Roma e Fermo, nelle Marche: dal duetto con Franco126 su “Tempo sprecato” a quello con VillaBanks su “Domani”, passando per “Umore a spirale”, “Se vuoi”, “Solo come un cane”, “Silenzio” e “Angoscia”, è un disco totalmente suonato, realizzato quasi interamente in presa diretta. A dare una mano a Lil Kvneki ci hanno pensato pesi massimi della scena romana come Valerio Bulla, già braccio destro di Niccolò Contessa ne I Cani (suonava il basso), e Fabio Grande dei Quartieri (ha lavorato come produttore con Colombre, Maria Antonietta, Joe Victor, The Shalalalas, tra gli altri), che hanno preso Alessio sotto la loro ala protettiva: “Da loro ho imparato moltissimo, in sala. Ho rubato con gli occhi. Abbiamo lavorato seguendo un approccio analogico. Volevo disattendere le aspettative. Che magari nemmeno c’erano (ride). Però quello che voglio dire è che volevo fare un passo di lato rispetto ai dischi degli Psicologi, raccontare la mia crescita personale e artistica. E farlo in maniera autentica e sincera”.

Drast compare in “Lunedì”: “Volevo che ci fosse anche lui, in questo viaggio - dice Lil Kvneki a proposito dell’altra ideale metà degli Psicologi - il pezzo non è uno scarto di un album del duo: ci ho lavorato io da solo, pensandolo proprio per quello che sarebbe poi diventato il mio disco solista”. Non è dato sapere, al momento, quando gli Psicologi torneranno a fare musica insieme: “Vediamo come vanno le cose. Ora siamo concentrati sui rispettivi progetti da solista. E io a marzo partirò con il tour in supporto a ‘Crescendo’ (il debutto il 16 marzo al Viper di Firenze, poi la tournée farà tappa il 17 marzo al TPO di Bologna, il 23 all’Hiroshima Mon Amour di Torino, il 24 al Santeria di Milano, il 25 a New Age di Roncade e il 31 al Largo Venue). Sul palco non sarò da solo: ci saranno gli American Boyfriends, la band che abbiamo messo su per l’occasione e che suona anche nel disco: ne fanno parte Bartolini alle chitarre, Matteo Domenichelli al basso e Lorenzo Lupi alla batteria, che ai concerti prenderà il posto di Francesco Aprili”.

Quando nel 2020 uscì “Millennium bug”, l’album d’esordio degli Psicologi, fu una piccola rivelazione che tra chitarroni pop punk e attitudine antisistema spianò la strada alle proposte della Generazione Z del pop italiano. Sembrava l’inizio di una rivoluzione, di un movimento destinato a mandare a casa il pop “classico” italiano, a rottamarlo. L’ultimo Festival di Sanremo, che vedeva in gara protagonisti della scena come Madame e Ariete, lo ha vinto Marco Mengoni. Cosa è rimasto di quello spirito? “Ma Mengoni se lo meritava pure, di vincere Sanremo. Il fatto è che la nostra generazione in realtà non è riuscita a rottamare niente. C’è molto da fare: gira ancora tutto intorno alla tv, al farsi vedere lì. Il Festival l’ho pure guardato per Ariete, che stimo. Ma non mi piace. Non vorrei passasse il messaggio che per riuscire a sfondare si debba passare necessariamente da lì”.

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