Mentre negli ultimi giorni tutti i principali partiti e le coalizioni elettorali che concorreranno alle urne per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica del 25 settembre hanno presentato i loro programmi, in un botta e risposta sui social che lo ha visto in alcune battute coinvolto con Enrico Letta, Giuseppe Conte ha citato un brano di Lucio Dalla. Per commentare un post su Twitter del segretario del Partito Democratico sul programma, il già presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana tra il 2018 e il 2021, e dallo scorso anno leader del Movimento 5 Stelle, ha scelto le parole di “L’amico che verrà” del grande cantautore bolognese, scomparso nel 2012.
Riverendosi al premier uscente Mario Draghi, Conte ha scritto: “Caro Enrico, possiamo anche illuderci che con Draghi ‘sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno’. Esci dalla nostalgia, la realtà dell'agenda Draghi sono 6 euro in più al mese per i lavoratori a più basso reddito. Due colazioni al bar”.
“Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno” è un verso tratto dal testo, più attuale che mai nel 2020 con l’arrivo della pandemia, del brano originariamente pubblicato nell'album "Lucio Dalla” nel febbraio del 1979, parte della trilogia di cui fanno parte anche il precedente "Come è profondo il mare" (1977) e "Dalla" (1980).
Nel frattempo, in un video condiviso sui propri account social ufficiali, Loredana Bertè si è espressa contro Giorgia Meloni. La voce di "Sei bellissima" è tornata sulle parole della senatrice a vita Liliana Segre, che aveva chiesto al presidente di Fratelli d'Italia di rimuovere la fiamma dal logo del suo partito. Alla richiesta aveva replicato la stessa Meloni, la quale aveva sottolineato che "la fiamma non ha nulla a che fare con il fascismo" e a cui ora Loredana Bertè ha rivolto le seguenti parole: "Signora Meloni, dunque, quando una senatrice come Liliana Segre chiede che sia cancellata dal suo logo quella fiamma che ricorda chiaramente il fascismo e le sue conseguenze, lei la rimuove e basta”. L'artista aggiunto: “Senza arrampicarsi sugli specchi con scuse improbabili, lei la rimuove, ha capito? Mi sembra il minimo per il rispetto che si deve a una signora che ha passato quello che ha passato, oltre a noi cittadini che siamo veramente stufi, e alla memoria di quelli che non ci sono più, quelli che per quel simbolo sono stati uccisi. Lei si deve vergognare. Si vergogni, signora Meloni. Non l’ho chiamata apposta ‘onorevole’, perché di onorevole lei non ha proprio niente, come la maggior parte dei politici italiani”.