Non è poi così raro che un attore – soprattutto di serie televisive - possa arrivare a detestare la parte che nel tempo gli ha regalato notorietà, fama e successo. Accade che questi si senta intrappolato dal personaggio portato sullo schermo per anni, quello con cui il pubblico lo identifica. Anche parecchi musicisti hanno vissuto questo genere di rapporto con la canzone della loro vita, quella che, se da una parte ha cambiato la percezione che ha di loro il pubblico (e, perché no?, aggiunto parecchi zeri al loro conto in banca), dall'altra ha però messo in ombra il resto del repertorio artistico. Casi come “Creep” che i Radiohead si sono rifiutati di eseguire dal vivo per moltissimi anni oppure, per rimanere, entro i nostri confini, “La mia banda suona il rock”, il primo vero grande successo dell'Ivano Fossati solista dopo gli inizi con i Delirium per il quale, nel tempo, sviluppò una vera e propria repulsione.
Tra quanti hanno detestato la canzone artefice del loro successo vi è anche John Mellencamp che in una intervista rilasciata il mese scorso a Forbes ha ammesso di avere sempre odiato "Jack & Diane", nonostante l'enorme gradimento della stessa da parte del pubblico.
Queste le parole usate dal 70enne musicista statunitense per rivelare il suo rapporto conflittuale con "Jack & Diane", anche se lo scorrere del tempo ha attenuato questa sua avversione: "Ho sempre detestato quella canzone fino agli ultimi due, tre anni. Ho visto una partita di football lo scorso fine settimana e durante l'intervallo tra un tempo e l'altro 80.000 persone la cantavano. Riuscite a immaginarlo? Ho pensato, 'Merda'. Mi sono detto: 'Come fanno tutte queste fottute persone a conoscere questa canzone?'".
La canzone, inclusa nel suo quinto album “American fool”, al tempo della sua uscita, nel 1982, ha trascorso quattro settimane alla posizione numero uno della classifica di vendita statunitense, unico brano di John Mellencamp a raggiungere questo risultato.
Nel 2008 il Sun chiese a Mellencamp se gli dava fastidio essere conosciuto per questa canzone, lui rispose: "Quella canzone ha circa 30 anni e negli Stati Uniti viene suonata più oggi rispetto a quando è uscita. Per quanto io sia un po' stanco di quei due, non conosco altre due persone nel rock and roll più popolari di Jack e Diane. Alcune persone probabilmente pensano che per me ci sia un posto all'inferno a causa di quelle due persone! Ma mi hanno dato le chiavi per fare quello che voglio. Oggi ho 57 anni. Ho vissuto nel modo in cui volevo vivere e posso farlo ancora. Ho vissuto a modo mio, questo è quello che mi hanno dato Jack e Diane, quindi non posso odiarli troppo.”
In un'altra parte dell'intervista di Forbes è stato chiesto a Mellencamp se crede di occupare un posto nella cultura popolare, il musicista dell'Indiana ha scansato l'insidia della domanda glissando in questo modo: “Non faccio davvero parte del club. Vivo una vita molto solitaria. Sto da solo, ogni volta che posso. Sono solo sulla cima di questa montagna. Quindi non faccio molta attenzione alla cultura popolare. Parlando con Springsteen, lui mi ha chiesto se avevo visto i Grammy. Gli ho risposto, 'No, non sapevo neppure che c'erano.' E lui, 'Beh, noi non abbiamo nulla a che fare con quella roba.' Io gli ho detto: 'Beh, l'ho capito'. Non abbiamo niente a che fare. A questo punto della mia vita ciò non ha alcun significato".
All'ultimo album di Mellencamp, “Strictly A One-Eyed Jack” (leggi qui la recensione), pubblicato lo scorso mese di gennaio, ha collaborato in tre canzoni Bruce Springsteen.