Mary J. Blige: quando una stella torna a brillare

"Non avevo neppure i soldi per pagare l’affitto. Ero costretta a fare tournée e concerti per guadagnare qualche soldo", ha rivelato la cantante, oltre 25 milioni di copie vendute negli anni d'oro. Ora, finalmente, la rinascita.

“Nel 2022 Mary J. Blige non è richiestissima”. Se un paio di settimane fa aveste chiesto al commesso di un negozio di dischi usati se per caso in magazzino ci fosse una copia di “No more drama” (leggi qui la recensione), l’album che vent’anni fa, nel 2001, catapultò la diva newyorkese in cima alle classifiche mondiali, dopo aver cercato – invano – nel catalogo vi avrebbe risposto esattamente così. Come dargli torto? È da almeno un decennio che la cantante non piazza un best-seller in classifica. Forse anche di più, se si considera che l’ultimo suo disco ad aver riscosso un discreto successo commerciale è un album natalizio, “A Mary Christmas” del 2013. Tutti sembravano essersi dimenticati di Mary J. Blige, oltre 25 milioni di copie vendute tra dischi e singoli a livello mondiale negli anni d’oro, fino alla nuova versione di “One” insieme agli U2 – era il 2006, in Italia è associata alle imprese degli Azzurri di Marcello Lippi ai Mondiali in Germania, merito di quel celebre servizio tv in cui la canzone faceva da colonna sonora ai momenti clou dell’avventura di Fabio Grosso e compagni dal primo match contro il Ghana alla finale ai rigori contro la Francia – che fu di fatto l’ultima hit d’alta classifica della nostra. A riportarla all’attenzione del pubblico internazionale ci ha pensato l’esibizione di domenica sera all’halftime show del Super Bowl 2022.

Ci siamo dimenticati troppo in fretta di Mary J. Blige?

Mary J. Blige ha condiviso il passaggio insieme ad altri pesi massimi della scena americana come Dr. Dre, Eminem, Snoop Dogg e Kendrick Lamar, oltre agli ospiti a sorpresa 50 Cent e Anderson .Paak. E a 51 anni, con un nuovo album appena uscito, “Good morning gorgeous”, il primo lavoro di inediti in cinque anni (il precedente, “Strenght of a woman”, risale al 2017), la cantante newyorkese si è ripresa – seppur per pochi secondi – ciò che il tempo e scelte forse sbagliate le hanno tolto. Ci si è dimenticati troppo in fretta di un’artista che vent’anni fa ha lasciato un segno profondo nella storia della musica pop, ispirando più di una generazione di star (in Italia, tra gli altri, è venerata da Tiziano Ferro, che nel 2009 incise con lei una versione per il mercato italiano di “Each tear”)? Evidentemente sì. Da Beyoncé e Rihanna a Doja Cat e Saweetie, passando per Nicki Minaj, Cardi B, Megan Thee Stallion, Ariana Grande: c’è un po’ di Mary J. Blige in ognuna di loro.

Back to the 2000s

Su uno dei truck che hanno fatto da scenografia alla gigantesca performance messa in piedi da Dr. Dre per lo show dell’intervallo della finale del campionato della National Football League, tra gli eventi mediatici più attesi e seguiti negli Stati Uniti (dove viene percepito quasi come una sorta di festa nazionale – a proposito: in tv è stato seguito da 101,09 milioni di spettatori complessivi, 9,5 milioni in più rispetto all’anno scorso, che vide cantare durante l’halftime show The Weeknd), la cantante si è esibita sulle note di due dei suoi più grandi successi, tratti proprio dall’album del 2001: la hit “Family affair” – inserita anche nello spot dell’halftime show, nella scena in cui Mary J. Blige rispondeva alla “chiamata” dello stesso Dr. Dre, che produsse quel disco, sfilando come una vera icona – e la title track “No more drama”, circondata da alcune ballerine. Per un istante, ha scritto qualcuno sui social, commentando la performance, sembrava di essere ritornati indietro nel tempo di un ventennio. Unica donna sul palco, Mary J. Blige è riapparsa finalmente in tutto il suo splendore, peraltro con un look che era a dir poco scintillante (un body interamente ricoperto di cristalli): “Volevo sembrare incredibile ed essere a mio agio. Sexy, ma comoda. Per me il Super Bowl significa tanto: è un trionfo, una vittoria”, ha detto Mary J. Blige prima dell’esibizione, nel backstage.

"Non avevo i soldi per pagare l'affitto"

La performance al Super Bowl a distanza di vent’anni (più uno) dall’uscita di “No more drama”, che da solo vendette 6,5 milioni di copie in tutto il mondo, oltre a coincidere con la rinascita artistica della cantante grazie all’uscita del nuovo album “Good morning gorgeous”, coincide con una rinascita anche sul piano personale, a quattro anni dal divorzio con l’ex marito Kendy Isaacs, reo di averla tradita a più riprese, dopo una lunga battaglia legale (l’uomo chiese alla popstar un assegno di mantenimento di ben 60 mila dollari al mese, il giudice invece aveva ordinato alla cantante di versare la cifra di 30 mila dollari). È a lui che è dedicato l’ultimo singolo estratto dal disco, “Rent money” (letteralmente “I soldi per l’affitto”), nel cui testo Mary J. Blige racconta le difficoltà economiche incontrate per pagare gli alimenti all’ex marito: “Non avevo neppure i soldi per pagare l’affitto. Ero costretta a fare tournée e concerti per guadagnare qualche soldo. Ero molto arrabbiata quando ho scritto quella canzone”, ha raccontato in alcune interviste. Il peggio è passato: la stella è tornata a brillare.

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