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Buddy Holly pensò di dettare le regole del rock'n'roll

Il 3 febbraio 1959 fu il giorno in cui la musica morì, come cantò Don McLean in "American Pie"
Buddy Holly pensò di dettare le regole del rock'n'roll

Qualcuno lo definì, non a torto, "la singola persona dalla forza creativa più influente del primo rock'n'roll". È davvero così: se non ci fosse stato Buddy Holly, il cui vero nome era Charles Hardin Holley, probabilmente non ci sarebbero stati i Beatles, Elvis Costello, i Rolling Stones, Bob Dylan, Bruce Springsteen. Praticamente mezza storia della musica rock.

Nato nel 1936 a Lubbock, cittadina del Texas, il cantautore americano è stato tra i primi a dettare - diciamo così - le "regole" della musica rock, con dischi e canzoni come "That'll be the day", "Peggy Sue", "Oh, boy!" - solo per citarne alcune - che hanno risvegliato il pubblico americano.

E chissà cosa avrebbe potuto combinare, se la sua carriera non fosse stata interrotta da un incidente aereo in cui, il 3 febbraio del 1959, nello stato dello Iowa, Buddy Holly perse la vita a soli 23 anni - e insieme a lui morirono anche Ritchie Valens e Big Bopper, 'The Day the Music Died' (il giorno in cui morì la musica) come lo definì Don McLean nella sua "American Pie".

A seguire, in ricordo di quel giorno nefasto, vi proponiamo di riascoltare dieci canzoni imprescindibili tra quelle pubblicate da Buddy Holly nel corso della sua breve carriera oltre ad alcune pubblicazioni postume.

"That'll be the day", 1957

"Peggy Sue", 1957

"Oh, boy!", 1957

"Maybe baby", 1958

"Heartbeat", 1958

"Rave on", 1958

"It doesn't matter anymore", 1959

"Brown eyed handsome man", 1963

"Bo Diddley", 1963

"Wishing", 1963

 

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