Genesis, la storia di "Mad man moon"

Autentica gemma scritta completamente da Banks, con un testo intricato a cavallo fra sogno e illusione, tra fantasia e realtà.
Rutherford: “Tony ci ha spiegato le sue idee di orchestrazione. Erano complesse e ci è voluto molto per realizzarle, ma abbiamo registrato una traccia base per mantenere la spontaneità dell’esecuzione. Su questa, Tony ha poi messo le sue coloriture con pianoforte a coda, organo, mellotron, moog e ARP”.
L’apertura è per una romantica melodia suonata dal pianoforte doppiata da una tastiera effetto flauto: da qui parte immediatamente la voce di Phil, particolarmente dolce.
Banks: “Pur sapendo che Phil era in grado di cantare, avevamo qualche dubbio su questa canzone, che richiedeva una voce piena e particolare e doveva essere interpretata energicamente. Alla fine, non riuscendo a trovare un altro cantante, ci pensò comunque Phil. E lo fece in maniera incredibile”.
La base di piano e basso che espone la splendida sequenza è enfatizzata dal mellotron.
Dalla seconda strofa entra anche la batteria di Phil (anche alla seconda voce), mentre una bellissima linea solistica di Steve si espande nel background. Il ritornello va in maggiore con un aumento di volume del mellotron e armonie vocali che gareggiano in bellezza con i cambi di accordi.
Terminata la prima parte, un breve passaggio di flauti conduce alla sezione strumentale: il piano tambureggiante esegue una sorta di marcetta supportata da percussioni e basso e da qui il brano guadagna gradualmente un’atmosfera sinfonica con i crash della batteria, i bassi del piano e una parte intermedia con sovrapposizione di pianoforte e arpeggio di sintetizzatore. Questo prelude a una sezione in cui il pianoforte regna incontrastato, sia con un veloce arpeggio continuo, sia con le note basse che, doppiate da un’altra tastiera che suona note alte tipo ance, disegnano squarci pomposi di sontuosa bellezza enfatizzati dai timpani di Phil. Questa sezione si ripete due volte, seguita da una variazione più solare in cui le tastiere passano nuovamente all’accordo in maggiore.
Uno svolazzo ritmico prelude al ritorno del canto, ora quasi beatlesiano e con ottimi cori, con la batteria più sciolta di Phil. Un ripiego rallentato porta però al ritorno alla melodia iniziale, di nuovo con qualche linea di lead guitar.
Banks: “Quando la sezione centrale confluisce nell’ultima strofa c’è una delle variazioni di accordi che preferisco in assoluto: si passa infatti da un Mi bemolle minore settima a un Sol minore settima, suonando un Re come basso”. La struttura circolare della canzone trova il suo compimento con la ripetizione del ritornello e, infine, della melodia di piano iniziale.
Mario Giammetti
Il testo è tratto da "Genesis - Tutti gli album tutte le canzoni" di Mario Giammetti, https://www.rockol.it/recensioni-musicali/libri/1108/mario-giammetti-genesis-tutti-gli-album-tutte-le-canzonipubblicato da Il Castello, per gentile concessione dell'editore.
