Ospite questa sera di Diego Bianchi a "Propaganda Live", su La7, in collegamento dagli Stati Uniti Ben Harper ha detto la sua sul caso George Floyd, l'afroamericano morto a Minneapolis lo scorso lunedì dopo essere arrestato e immobilizzato a terra da un poliziotto bianco. Mentre nella città del Minnesota proseguono le violente proteste legate alla morte dell'uomo, tra incendi e scontri, il cantautore californiano - di discendenza afroamericana - ha espresso alcune considerazioni sulla vicenda, andandosi ad aggiungere al coro delle star della musica statunitense indignate, da Madonna a Taylor Swift (che proprio questa sera ha pubblicato su Twitter un durissimo post indirizzato a Donald Trump, criticandolo per il modo in cui sta affrontando l'emergenza). Ben Harper si è detto "arrabbiato, ma anche terrificato" e "preoccupato" per i fatti del suo Paese:
"Questa storia continua ormai da troppo tempo. Non si può cercare di mettere la toppa a un buco rivestendo d'intonaco la casa, non funziona così. Questa pratica inveterata è entrata a far parte del dna della nazione".
Il musicista ha poi aggiunto:
"Per risolvere questo problema dobbiamo promuovere cambiamenti profondi nel tessuto del sistema. Queste cose non dovrebbero succedere, non ne dovremmo neppure parlare. Stiamo tornando indietro nel tempo. Ci sono problemi razziali dappertutto nel mondo. Fratelli muoiono in tutto il mondo, ma di più negli Stati Uniti. Non muoiono così tanti fratelli a Londra, a Milano e in altre città. Negli Stati Uniti il problema è più grave. Obama è stato il simbolo del nostro successo culturale. Ma questo dimostra che non basta un uomo, non bastano delle elezioni per cambiare veramente un sistema. Il cancro è nella mentalità".