Morgan: 'Ecco perché non pubblico più dischi'

Come riferisce l'edizione online del Corriere della Sera, Morgan è intervenuto al Cenacolo Artom, evento che riunisce allo stesso tavolo artisti, imprenditori, intellettuali e giornalisti. Nel corso del suo intervento, tenuto accanto a quello degli altri ospiti - il filosofo Giulio Giorello, il giornalista Claudio Brachino e l’artista Velasco Vitali - il cantautore monzese ha discusso, oltre che della vicissitudini che l'hanno visto suo malgrado venire sfrattato dalla sua abitazione nel capoluogo brianzolo ("Potrei averne di più belle, ma rivoglio quella: è il mio nido, il mio museo"), anche delle criticità che continua a incontrare nella sua vita professionale.
In particolare, il già leader dei Bluveretigo ha ammesso di non trovarsi più a proprio agio con i format discografici tradizionali:
"Scrivo la musica e insieme ci metto altri contenuti come video, racconti e contenuti multimediali: sapete perché da 10 anni non esco con un disco? Il materiale che ho è talmente articolato che non posso pensare a qualcosa che contiene solo 10 tracce. Ma i produttori non capiscono, per loro esistono ancora le canzoni, roba vecchia e io passo come quello che fa le cose con l’iPad. Non mi comprendono"
L'artista ha poi ribadito l'importanza del riconoscimento della proprietà intellettuale, in ambito artistico ma non solo:
"Tutto il mondo si basa sulla creatività, anche per un petroliere l’artista è la materia prima fondamentale e si dovrà rivolgere prima o poi a dei letterati per creare uno spot o dei contenuti per divulgare bene il suo prodotto. Ma i progetti e le idee vanno lasciati in mano a chi le ha, non si rubano (...) L’artista spesso viene trattato male e se lo spaventi lo blocchi. C’è bisogno delle mie idee? Sono pronto, ma non voglio che poi, una volta date, mi vengano espropriate"