E' uscito "Springsteen on Broadway", documentazione audio dello spettacolo dei record del Boss al Walter Kerr Theathre, sulla 48° strada a New York. Il giorno dopo verrà pubblicato anche in versione video. Il CD è la registrazione audio di uno spettacolo da record, in termini numerici: oltre 220 repliche, 100 milioni di dollari di incasso. Ma quello che più conta è la dimensione musicale: un Bruce Springsteen senza filtri, che canta versioni minimali, di pura emozione, delle sue canzoni.
Continuiamo il nostro speciale con un track-by-track: la storia e l'analisi di ogni canzone delle 16 in scaletta. Oggi parliamo di "Long Time Comin' ", undicesimo brano in scaletta - e una sorta di deviazione dal canovaccio. Il brano di "Devils and dust" (2005) è stato suonato poche volte, in realtà. Ma qua serve a raccordare il racconto: dopo l'amore e il matrimonio, arrivano i figli. E Bruce racconta dell'incontro con il padre, che lo passa a trovare a casa e lo ammonisce a modo suo di non fare gli stessi errori. "Long time comin'" così assume un significato più profondo: "Well if I had one wish in this god forsaken world, kids, It'd be that your mistakes would be your own". Bruce ha capito che non deve fare gli errori del padre, e spera che i suoi figli non facciano i suoi.
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