Donald Glover contro la Glassnote Records, citata in giudizio l’etichetta: ‘Mi devono più di 10mila dollari’
Donald Glover, in arte Childish Gambino, ha citato in giudizio la sua precedente etichetta Glassnote Records nell’ambito di una disputa relativa alle royalties del rapper. L’artista sostiene - riporta la statunitense Pitchfork, che ha preso visione dei documenti – che la casa discografica gli sia debitrice di più di 10mila dollari di diritti legati allo streaming e che avrebbe manipolato i pagamenti previsti dall’accordo che era stato stipulato tra le parti. Glover, nell’accusare la Glassnote Records, cita questioni relative alla violazione del contratto, alla buona fede, alla correttezza e al dovere fiduciario, nonché alla negligenza.
La causa intentata dal rapper di Altanta fa seguito alla diatriba iniziata nell'estate appena trascorsa e arriva in risposta alla mossa dell’etichetta, che aveva in precedenza chiesto a un giudice di mediare nella disputa, dopo che, come aveva dichiarato la Glassnote Records, “Donald Glover aveva lamentato che gli fosse dovuto il 95% delle royalties SoundExchange mentre noi siamo legalmente e contrattualmente tenuti a condividere i diritti al 50/45”. Per poi concludere: “Non chiediamo nulla indietro a Donald Glover, solo che ci sia possibile trattenere i soldi che sono nostri e che ci sono stati già pagati”.
Quanto detto dall’etichetta è smentito del rapper, che accusa che la percentuale trattenuta dalla Glassnote – per la quale l’artista ha pubblicato i tre album “Camp”, “Because the Internet” e “Awaken, My Love!”, tra il 2011 e il 2016 - sia stata dal 100%.
Durante il suo concerto di ieri a New York, nell’ambito del “This Is America Tour” dell’artista, Childish Gambino ha messo in scena un brano inedito, presentandolo così: “Ecco alcuna robaccia alla quale sto lavorando”. Potete ascoltare il brano qui:
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— Complex Music (@ComplexMusic) September 15, 2018
“This is some new shit I’ve been working on.” — Childish Gambino pic.twitter.com/9GC0bO3SZq