Da riscoprire: la storia di "Blackstar" di David Bowie

Il 10 gennaio del 2016, arriva la notizia della morte di David Bowie. Due giorni prima è stato pubblicato “Blackstar”. Nessuno sapeva che era malato. Il mondo della musica viene colto di sorpresa. In quel momento appare chiaro che quel disco è il suo lavoro dell’addio. Ma le apparenze non sono necessariamente evidenze fattuali, anzi. Una sola cosa è certa: “Blackstar” è un capolavoro. La stampa e la critica, che hanno sentito il disco, lo scrivono da settimane. E anche i fan sono già conquistati.
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Ma la storia del disco è molto più complessa: è facile ma riduttivo ridurla ad una storia da “canto del cigno”. Il regista Johan Renck, nel documentario postumo "The last five years,” raccontò che Bowie ebbe la notizia che la sua malattia era terminale a lavorazione del disco già iniziata. A quel punto, le canzoni e le frasi (come "Look up here, I'm in heaven” di “Lazarus” ) erano già state scritte se non incise.
Blackstar” è sicuramente un disco sulla mortalità e sul tempo che passa: ma il tema non era certo nuovo, a Bowie. Nel 2013 era tornato sulle scene all’improvviso, dopo un decennio di lontananza.
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