"Rainbow" è il nuovo album in studio di Kesha e arriva a ben cinque anni di distanza dal precedente, "Warrior". Uscita sconfitta dalla battaglia legale che negli ultimi tre anni l'ha vista scontrarsi in tribunale con il suo produttore, Dr. Luke, accusato di aver abusato di lei sessualmente e psicologicamente, la cantante statunitense racconta la sua rinascita. E lo fa guardando alle sonorità crude, spigolose e genuine del country, del folk e del rock'n'roll: tra gli ospiti ci sono anche gli Eagles of Death Metal e Dolly Parton.
È un disco bello incazzato, il nuovo di Kesha, soprattutto nello spirito, nel mood: è un canto di rabbia. Sincero, onesto, crudo e spigoloso: ai suoni artificiosi e manipolati dell'elettropop ha preferito quelli più genuini e sporchi del folk, del country e del rock.
Il lavoro di riposizionamento per ora sembra buono: bisognerà vedere se i numeri saranno dalla sua parte e se la sua carriera proseguirà dritta senza subire altre deviazioni. Lei, ne siamo sicuri, ce la metterà tutta: "Do your worst, 'cause nothing's gonna stop me now", canta in "Let 'em talk". "Fai pure del tuo peggio, tanto adesso non c'è nulla che mi possa fermare".