In un lungo editoriale apparso sul L.A. Weekly, il già frontman dei Black Flag Henry Rollins ha spiegato la sua posizione rispetto al suicidio, chiarendo - pur rispettando il suo status artistico e umano - di non essere dispiaciuto per la sua morte.
"Come diavolo si può fare una cosa del genere quando si hanno figli?", scrive il cantante, attore e poeta: "Non importa quanti soldi tu gli possa lasciare: scegliere di ucciderti, invece di continuare a vivere per loro, è quanto di più terribile e traumatizzante tu possa fargli. Nel momento in cui si hanno figli, si rinuncia al diritto di disporre a piacimento della propria vita. Non importa quanti sbagli tu abbia fatto: non traumatizzarli deve essere il tuo ultimo fine. Quindi, non ucciderti".
Rollins non nega che la depressione - della quale Williams soffriva - sia qualcosa di impossibile da capire, finché non la si provi ("A meno che tu non ci finisca dentro, puoi solo farti un'opinione di cosa sia"), ma l'atto del togliersi la vita, secondo il cantante, è filosoficamente sbagliato: "Quelli che scelgono di negare le proprie esistenze, le cancellano anche dalla mia mente. Ho tanti dischi, film e libri di gente che si è suicidata, e li guardo tutti con un certo sdegno: so che sono esistiti, ma una volta che hanno negato la propria esistenza per me hanno smesso di essere reali".
"Non riesco più a prenderli sul serio", ha concluso: "Possa anche apprezzare cosa abbiano fatto, artisticamente, ma non riesco a stare male per la loro morte. La loro vita non si è interrotta, ma è stata abbandonata: ed è difficile stare male per qualcosa che qualcuno fa di sua spontanea volontà (...). Fanculo il suicidio".