Una petizione firmata online da quasi 275 mila cittadini statunitensi che, stufi del suo comportamento ritenuto sconveniente, avrebbe voluto rispedire al suo Paese (il Canada) Justin Bieber, non ha almeno per il momento sortito alcun effetto: invitata ad esprimere il suo parere, la Casa Bianca ha risposto con un no comment alla richiesta di ritiro della carta verde al giovane artista. "Grazie per la vostra petizione e per la vostra partecipazione a We the People (il nome che viene dato a questo tipo di iniziative)", ha risposto il governo statunitense con un comunicato. "Spiacenti di deludervi, ma non commenteremo la questione, lasciando ad altri il compito di esprimersi sul caso del signor Bieber". "Siamo tuttavia lieti dell' interesse da voi dimostrato sulle questioni che riguardano l'immigrazione", continua la dichiarazione svoltando su temi di interesse generale, "dal momento che il nostro attuale sistema è andato in pezzi. Economisti indipendenti sostengono che una riforma dell'immigrazione farà crescere la nostra economia e ridurrà il nostro deficit di quasi 1 trilione di dollari nei prossimo 20 anni. Per quelli che a casa si mettono a fare i conti, la cifra equivale a 12,5 miliardi di biglietti di concerti, o a 100 miliardi di copie dell'album di debutto di mr. Bieber".
La pop star è apparsa la settimana scorsa sul palco del Coachella Festival come ospite a sorpresa dello show di Chance The Rapper, evitando così di presentarsi davanti a un tribunale di Toronto per la causa che riguarda l'aggressione nei confronti del conducente di una limousine. All'udienza si sono presentati i suoi avvocati, e la seduta è stata rinviata al 12 maggio. Intanto proprio Chance The Rapper ha dovuto cancellare la sua seconda esibizione prevista durante la serata conclusiva del Coachella perché costretto a un ricovero in ospedale per motivi ancora imprecisati.