Lou Reed, le cover più celebri: ascolta

In più di quarant'anni di leggendaria carriera, Lou Reed ha realizzato uno dei bacini musicali culturali più ricchi e profondi al quale in molti non hanno esitato ad attingere a piene mani. Eccellenze di ogni genere e sorta hanno da sempre preso in prestito e fatto propri, i brani creati dal genio di Lewis Allan Reed, sia per i Velvet Underground sia per il suo percorso come solista.
A partire dagli esordi nel 1967 con "The Velvet Underground & Nico" e quella "All tomorrow's parties", sesta traccia del lato A - che, tra le altre cose, ha dato il nome al celebre festival britannico che si svolge ormai da 13 anni a Camber Sands -: ecco la versione di Nick Cave and The Bad Seeds, inserita in "Kicking against the pricks", 1986.



E, sempre da lì, Elisa riprese "Femme fatale" nel suo "Lotus" (2003)



I Nirvana si occuparono poi di "Here she comes now"



e i Blind Melon  di "Candy says" - da "The Velvet Underground", 1969 -  della quale proposero una versione decisamente più "scanzonata"


 
Kills , Counting Crows, Patti Smith, R.E.M., le Hole e molti altri ancora fecero una cover di "Pale blue eyes". Ecco la versione di Alison Mosshart e Jamie Hince



"Perfect day" fu riproposta da molti - Bono, John Frusciante, Duran Duran e Coldplay per citarne giusto alcuni -



e "Satellite of love" dagli U2 come lato B del singolo"One" del 1992:



Gli Strokes pensarono di dare in pasto "Walk on the wild side" al pubblico del Ricoh Coliseum diToronto, Canada.


 
cosa che fecero anche Morgan e Patty Pravo tre anni più tardi (nel 2009), eseguendo in un esclusivo duetto voce e basso, sul palco di X Factor, "I giardini di Kensington", da "Pazza idea" (1973).  


 
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