Malinconica e istrionica: la nuova Carmen Consoli

Più che del nuovo disco “L'eccezione”, in uscita venerdì (25 ottobre), Carmen Consoli ha voglia di raccontare dei personaggi e dei paesaggi di Sant'Alfio, il piccolo borgo del catanese in cui risiede e in cui, ha già deciso, trascorrerà la sua vecchiaia. Sarà la suggestione dello Zelig, teatro – è il caso di dirlo – della conferenza stampa di presentazione dell'album, ma sono l'insospettata vis umoristica e l'abilità intrattenitrice della cantantessa siciliana a farla da padrone, oggi. Tutto il contrario di quello che farebbe supporre un disco, pensoso e malinconico, come quello che abbiamo appena ascoltato. “Sentimenti tipici anch'essi della sicilianità”, annota la Carmen, riferendosi a quel sense of humour venato d'amarezza che contraddistingue i suoi concittadini. Nell'album, conferma con eloquio inarrestabile, sono temi come la solitudine a regnare sovrani. Soprattutto in “Matilde odiava i gatti” e in “Moderato in re minore”, due facce della stessa medaglia, una femminile e l'altra maschile. “Con la differenza”, spiega lei, “che in situazioni di panico le donne diventano isteriche e sono gli uomini a riprendere il controllo della situazione” (e suscita borbottii di disapprovazione nella platea femminile in ascolto….)
La nuova Carmen ha i capelli lunghi (“ma è l'extension, precisa”), si sofferma a riflettere sulla caducità delle cose (“nel momento stesso in cui provo una grande gioia o gratificazione sento la nostalgia per la precarietà del momento”) e sul concetto di “eccezione” (“quell'elemento di disturbo che rimette tutto in discussione.
Come quando capisco che è il momento di abbandonare il conforto domestico e di rifare le valigie. Per scrivere e trarre ispirazione ho bisogno di nuove conoscenze, di nuovi sguardi, di nuovi sorrisi”). Ma poi riprende il suo torrenziale flusso di coscienza, imbeccata qua e là dai giornalisti. Che ci va a fare, lei non ancora trentenne, in uno show per famiglie come quello di Morandi (sabato prossimo, 26 ottobre)? “Sapete che non sono schizzinosa, e che vado ovunque mi permettano di fare il mio lavoro, che è quello di cantare le mie canzoni. Mi hanno proposto un balletto ma ho rifiutato perché mi muovo come un elefante. E comunque Morandi è un mito e non vedo l'ora di conoscerlo: a Sanremo l'ho solo incrociato”. .
A proposito di spettacoli televisivi, la Consoli ha qualcosa da dire anche sui format alla “Operazione trionfo”: “Non mi ci ritrovo proprio, in questa corsa all'audience e al marketing spinto. Oggi da un artista si pretende tutto e subito e prevale l'uso e getta. E invece i talenti hanno bisogno di tempo per crescere, magari ci vogliono sei anni prima che producano i primi frutti”. Ma le foto sexy su Max, insinua qualcuno, non sono anch'esse un espediente di marketing? “Già, mi sono sentita come Martina Colombari. Sapete che mi hanno detto i miei genitori? Che è meglio che mi dedichi a coltivare le doti che ho, piuttosto che quelle che non ho. Ma mi son tolta una soddisfazione, in fondo: ho voluto dimostrare che, al di là dei baffetti scuri alla siciliana che mi ritrovo, dieci ore estenuanti di session fotografiche possono pure farmi sembrare carina”.
Resta poco tempo di parlare d'altro: della sua nascente carriera oltre confine (è già pronta una versione internazionale del disco, con quattro brani tradotti, due inediti e una cover, addirittura, di “Can't get you out of my head” di Kylie Minogue), e del prossimo tour, anticipato stasera (23 ottobre) da un concerto per MTV. “Diviso in due parti, acustica ed elettrica, perché più vado avanti più mi sento di tener separate le mie due anime. Il tour che seguirà sarà tutto nei club, che sono la mia dimensione preferita: odio i palasport, ci si sgola e il pubblico non sente nulla”. Se ne parlerà dal 16 gennaio, prime date al Fillmore di Cortemaggiore.