David Bowie, operazione Milano

Bowie, arrivato ieri sera a Milano, si è recato presso gli studi RAI per esibirsi a “Quelli che il calcio”: due brani “live” dall'ultimo album “Heathen”, “Everyone says hi” e “Cactus”, cover dei Pixies. Come da programma, subito dopo –verso le 14 e 30, il Duca si è trasferito quasi immediatamente verso Piazza Piemonte, giusto il tempo per cambiarsi: ad attenderlo c'era circa un migliaio di persone. Di queste, circa 400 erano in possesso di un pass, distribuito alle 8 mattina e ottenuto dopo una notte di bivacco fuori dalla libreria, con tanto di appelli ogni ora. Il pass, numerato, avrebbe permesso di avvicinarsi al cantante ed ottenere un autografo. Imponente servizio d'ordine, con tanto di vigili e transenne da concerto a sbarrare l'entrata in libreria, ma nessun problema, grazie anche alla collaborazione dell'attivissimo fan club Velvet Goldmine, che ha gestito la lista dei pretendenti al pass.
Alle 15.
25 Bowie si è presentato in libreria. Elegantissimo in completo grigio e camicia nera/bianca, occhiali da sole e caschetto biondo, è stato accolto da un boato. Poche parole per ringraziare (un inglesissimo “Thank you very much indeed”) e poi al lavoro: 250 autografi in circa 45 minuti. Ovvero, per la cronaca, una media di 10 secondi ad autografo. Qualche fan, soprattutto ragazze e donne, sono riuscite ad ottenere un furtivo bacio sulla guancia, pratica subito bandita per non perdere tempo e permettere a più gente possibile di avvicinare la star. Ragazzini e ascoltatori di vecchia data, molti agghindati a tema per l'occasione e/o provenienti da fuori Milano, hanno fatto scorrere senza particolare eventi straordinari l'ordinata fila che si avvicinava al cantante, il quale dispensava sorrisi e strette di mano a tutti. Tra urletti e invocazioni varie, una sola barcollante fan (dall'aria molto alcolica) ha ricevuto qualche fischio quando si è fatta apporre l'autografo sulla spalla, invece che sul canonico CD o disco. Un autografo effimero, fino alla prossima doccia. .
Alle 16 e 10, arrivato il fan n° 250, la security blocca l'afflusso, per il malumore dei rimanente possessori di pass. Bowie si alza e saluta. Qualcuno prova a sgattaiolare verso un'uscita secondaria, dove si ha giusto il tempo di vedere una Mercedes che parte. La destinazione è l'aeroporto di Malpensa, da dove il Duca prenderà un aereo per gli Stati Uniti, dove ora vive con moglie e prole. Bowie sparisce nel traffico domenicale milanese, così come era quasi improvvisamente comparso.