19/03/2001
A fine marzo terzo disco per Radici nel Cemento
Uscirà il 23 marzo “Alla rovescia”, il nuovo album di Radici nel Cemento, autoprodotto dal gruppo reggae-ska romano, con la collaborazione di Madaski per la stesura di un brano. Il lavoro sarà distribuito da Venus e verrà pubblicato grazie anche al supporto del Bloom, storico locale del milanese che ha da poco iniziato ad operare nella produzione di dischi.
A due anni dall'uscita di “Popoli in vendita” (il loro secondo disco), dopo una fitta serie di collaborazioni che li ha portati a lavorare con gente del calibro di Laurel Aitken (Skatalites), Fermin Muguruza (Negu Gorriak) e Alton Ellis, Radici nel cemento tornano in scena con un album, in cui il perno sta in una frase della title track: “Certe volte pare che…il mondo gira alla rovescia…”.
“Il solco sonoro entro cui ci muoviamo è sempre lo stesso: musica giamaicana e contaminazioni tra le più varie”, dice Adriano Bono, voce e autore dei testi, insieme a Giorgio Spriano.
“La definizione militante nel nostro caso è sicuramente riduttiva” continua, anche se diversi sono i brani che prendono posizione, da “Soltanto una vita”, che parla di un’esistenza segnata dalla prostituzione a “Dub fi Mumia” che ripropone la scandalosa situazione di Mumia Abul Jamal, sino a “Echelon”, contro la presenza sempre più ingombrante della tecnologia (internet, cellulari) nel tracciamento e nel controllo dei singoli.
Ma c’è anche spazio per l’ironia e la goliardia e, soprattutto nei brani scritti da Giorgio Spriano, per storie che creano suggestioni
A due anni dall'uscita di “Popoli in vendita” (il loro secondo disco), dopo una fitta serie di collaborazioni che li ha portati a lavorare con gente del calibro di Laurel Aitken (Skatalites), Fermin Muguruza (Negu Gorriak) e Alton Ellis, Radici nel cemento tornano in scena con un album, in cui il perno sta in una frase della title track: “Certe volte pare che…il mondo gira alla rovescia…”.
“Il solco sonoro entro cui ci muoviamo è sempre lo stesso: musica giamaicana e contaminazioni tra le più varie”, dice Adriano Bono, voce e autore dei testi, insieme a Giorgio Spriano.
“La definizione militante nel nostro caso è sicuramente riduttiva” continua, anche se diversi sono i brani che prendono posizione, da “Soltanto una vita”, che parla di un’esistenza segnata dalla prostituzione a “Dub fi Mumia” che ripropone la scandalosa situazione di Mumia Abul Jamal, sino a “Echelon”, contro la presenza sempre più ingombrante della tecnologia (internet, cellulari) nel tracciamento e nel controllo dei singoli.
Ma c’è anche spazio per l’ironia e la goliardia e, soprattutto nei brani scritti da Giorgio Spriano, per storie che creano suggestioni
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