La morte di Clarence Clemons: il ricordo di Rockol

 

Clarence Clemons è il secondo membro scomparso della E Street Band dopo Danny Federici, morto nel 2008. Nato a Norfolk, in Virginia, Clemons cominciò a suonare il sassofono a 9 anni, ricevendo per Natale lo strumento al posto del trenino che aveva richiesto. Appassionato di football, non riuscì a rispondere a una chiamata dei Cleveland Browns dopo avere militato con successo nel college di Maryland State a causa di un incidente automobilistico che gli precluse ogni possibilità di carriera professionistica. Cresciuto musicalmente a stretto contatto con il r’n’b, amava Junior Walker e King Curtis. Nel 1971, mentre suonava nel gruppo Norman Seldin & The Joyful Noise, conobbe Bruce Springsteen, allora promettente cantautore predestinato, ma già una star underground nel natio New Jersey: tra i due scattò immediatamente la scintilla che poi fece la storia del rock, Clemons, divenne “The Big Man” e nel 1973 entrò ufficialmente nella E Street Band partecipando al debutto, “Greetings from Asbury Park”, definendone il suono con il suo insostituibile sax (inconfondibile il marchio di fabbrica: l’assolo di “Jungleland”, in “Born to run”) e facendone parte  fino a quando Springsteen sciolse il gruppo nel 1989, dopo il tour di "Tunnel of love".






Fu probabilmente il momento più duro della sua carriera, che Clemons descrisse così: “ Dopo che si è stati insieme 19 anni, è come se tua moglie venisse da  te e ti dicesse: ‘Voglio il divorzio’. ‘Ma perchè?!?’, ti chiedi. Ma poi cerchi di andare avanti con la tua  vita...”. Tra le sue esperienze esterne alla E Street Band, che si ricongiunse nel 1999, si ricordano quelle con Aretha Franklin in “Freeway of love”, quelle live con Grateful Dead, Jerry Garcia Band e Ringo Starr’s All Star Band, e collaborazioni con Roy Orbison e Jackson Browne.

 

Della sua relazione con Bruce Springsteen, Clarence Clemons disse: “ E’ la passione più forte possibile che si possa provare senza il sesso. E’ amore. Due uomini forti e molto virili che riescono a trovare quello spazio in cui lasci perdere la mascolinità per sentire la passione dell’amore, il rispetto e la fiducia”.

L’immagine di Big Man che ogni fan della E Street Band che abbia avuto la fortuna di assistere a più concerti del gruppo porterà con sé è probabilmente il culmine della presentazione della band che Springsteen rese un momento tradizionale e atteso del concerto.

Fuori dalla musica, invece, restano di lui soprattutto un leggendario cameo in “New York, New York” di Martin Scorsese (recitò la parte di un suonatore di tromba) e la sua autobiografia pubblicata nel 2009: “Big Man: Real life and tall tales”.

La sua ultima presenza discografica resterà ormai la recentissima partecipazione a “The edge of glory” di Lady Gaga.

Nel rendere omaggio a una figura importante nel rock degli ultimi 30 anni, tra le centinaia di saluti e commenti che si stanno accumulando su Twitter ma anche fuori dal mitico Stone Pony, scegliamo il saluto ufficiale di Bruce Springsteen. E ricordiamo quest’uomo di circa due metri per 140 chili, dolce, ironico e simpaticissimo, con una sua frase: “Con tutta la chirurgia che ho subìto, ormai non resta molto da operare. Sono totalmente bionico”.

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