28/10/2000
25° Premio Tenco: la terza serata della Rassegna. Un grande Battiato emoziona.

E’ stato Gerardo Balestrieri, una delle proposte del Club Tenco, ad aprire la terza e ultima serata dell’edizione 2000 della Rassegna.
L’influenza di Paolo Conte su Balestrieri, già dichiarata nelle note autobiografiche distribuite dall’ufficio stampa, si è rivelata schiacciante: dei brani eseguiti, il più gradevole ci è parso lo swingante “Bellezza mia”.
Dopo l’intermezzo della Banda Osiris (che ha miscelato Vivaldi e Santana) la serata ha vissuto un momento altissimo quando Franco Battiato, al quale Cesare G. Romana ha consegnato la Targa Tenco come migliore interprete, ha eseguito tre canzoni dall’album “Fleurs”. Se con “Era de maggio” Battiato ha emozionato, con “La canzone dei vecchi amanti” ha commosso: la canzone di Jacques Brel, con lo straordinario testo italiano di Sergio Bardotti e Duilio Del Prete - “Ed ogni mobile ricorda in questa stanza senza culla i lampi dei vecchi contrasti... So che hai avuto degli amanti: bisogna pur passare il tempo, bisogna pur che il corpo esulti...” - è stata trasformata in uno struggente momento di teatro, grazie alla voce appassionata e limpidissima di Battiato e alla sua gestualità trattenuta ma drammatica. L’applauso è stato fragoroso e interminabile, tanto da costringere Battiato a concedere un bis: la dolcissima, poetica “Te lo leggo negli occhi” di Sergio Endrigo (ancora con testo di Bardotti), altra perla di un album prezioso e meritatamente celebrato con la Targa Tenco.
Infine Battiato ha lasciato il posto al suo sodale e collaboratore, il filosofo Manlio Sgalambro, che ha proposto l'attonita versione di “La mer” di Charles Trenet con la quale si chiude il più recente disco di Battiato, “Campi magnetici”.
L’influenza di Paolo Conte su Balestrieri, già dichiarata nelle note autobiografiche distribuite dall’ufficio stampa, si è rivelata schiacciante: dei brani eseguiti, il più gradevole ci è parso lo swingante “Bellezza mia”.
Dopo l’intermezzo della Banda Osiris (che ha miscelato Vivaldi e Santana) la serata ha vissuto un momento altissimo quando Franco Battiato, al quale Cesare G. Romana ha consegnato la Targa Tenco come migliore interprete, ha eseguito tre canzoni dall’album “Fleurs”. Se con “Era de maggio” Battiato ha emozionato, con “La canzone dei vecchi amanti” ha commosso: la canzone di Jacques Brel, con lo straordinario testo italiano di Sergio Bardotti e Duilio Del Prete - “Ed ogni mobile ricorda in questa stanza senza culla i lampi dei vecchi contrasti... So che hai avuto degli amanti: bisogna pur passare il tempo, bisogna pur che il corpo esulti...” - è stata trasformata in uno struggente momento di teatro, grazie alla voce appassionata e limpidissima di Battiato e alla sua gestualità trattenuta ma drammatica. L’applauso è stato fragoroso e interminabile, tanto da costringere Battiato a concedere un bis: la dolcissima, poetica “Te lo leggo negli occhi” di Sergio Endrigo (ancora con testo di Bardotti), altra perla di un album prezioso e meritatamente celebrato con la Targa Tenco.
Infine Battiato ha lasciato il posto al suo sodale e collaboratore, il filosofo Manlio Sgalambro, che ha proposto l'attonita versione di “La mer” di Charles Trenet con la quale si chiude il più recente disco di Battiato, “Campi magnetici”.
Segui Rockol su Instagram per non perderti le notizie più importanti!
La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale