Wilson Pickett ha cominciato il tour promozionale legato all'uscita del suo
nuovo album, "It's harder now", pubblicato in America dalla Bullseye; a
detta delle prime recensioni, nonostante si tratti del ritorno dopo
parecchi anni, il grido selvaggio di Pickett è ancora inconfondibile e la
voce intatta. L'interprete di "In the midnight hour", in un'intervista, ha
dichiarato che non si aspetta certo di tornare in vetta alle classifiche
come negli anni '60. «L'industria musicale è molto cambiata, penso che
siano tutti impazziti per il fatto di essere andati a vivere in città». Il
58enne re del rhythm'nblues invece è ancora devoto al suo credo musicale:
tuttavia, per molti anni è stato assente dalla scena. «Ero molto depresso.
Non stavo concludendo nulla. Buttavo via i miei soldi in progetti di dischi
che non si concretizzavano mai. Così ho pensato di rilassarmi per qualche
tempo. Ma invece di rilassarmi, mi sono depresso ancora di più. Non facevo
che stare in casa, e ogni tanto andare a fare la spesa o all'ufficio
postale. Al massimo andavo a pescare. Credo che la gente abbia pensato che
fossi morto». Ma ora la antica verve è tornata. Perlomeno sul palco.
«Faccio ancora 70 minuti di vero spettacolo. Ma dopo il concerto, non mi
capita più di raccattare 4-5 ragazze per divertirmi tutta la notte. Se
faccio ancora concerti è perché adesso torno in albergo, faccio un bagno
caldo e poi vado a dormire». E dire che un tempo lo chiamavano "Wicked"
Pickett, ovvero, più o meno, il perverso Pickett.
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