La recentissima scomparsa di Astrid Kircherr (ne abbiamo parlato qui) mi ha fatto ricordare l'esistenza, di cui avevo appreso tre anni fa dimenticandomene poco dopo, del libro fotografico pubblicato nel 2017 dall'editore bolognese Damiani in concomitanza con una mostra di fotografie organizzata nel capoluogo felsineo - un volume direi imprescindibile per la biblioteca di un appassionato di Beatles, da quello che ho potuto evincere dalla versione digitale che ho ricevuto dall'editore.
E' pur vero che buona parte delle fotografie della Kirchherr in esso riprodotte sono ben note ai cultori dei Beatles (anche perché sono state abbondantemente, e con eccessiva disinvoltura, riprese e ristampate da libri e riviste), ma è anche vero che ritrovarle riunite sotto la stessa copertina è l'occasione di (ri)scoprire con quanta empatia l'occhio di Astrid abbia saputo ritrarre la band; benché lei abbia spesso rifiutato l'onore e l'onere di aver "Inventato" la caratteristica pettinatura a caschetto dei Beatles, è pur vero che in alcune delle fotografie ufficiali che Brian Epstein le chiede di scattare al gruppo nel 1962 compare quell'effetto, con metà del viso in ombra, che Robert Freeman utilizzerà magistralmente per la copertina di "Meet the Beatles".
Altrettanto iconici sono i due primi piani di Lennon e McCartney, entrambi con la sagoma di Stuart Sutcliffe in secondo piano e sfocata. Mentre dal punto di vista emozionale il culmine sono le foto scattate da Astrid a John Lennon, pochi giorni dopo la morte di Stu, nella primavera del 1962, nello studio/soffitta in cui Sutcliffe dipingeva - in particolare quella in cui dietro a John c'è un George Harrison in atteggiamento quasi protettivo.
Meno memorabili, ma ugualmente interessanti, gli scatti del backstage del film "A hard day's night" e quelli vacanzieri a Tenerife del 1963.
Se trovate il libro, e siete fan dei Beatles, valutatene l'acquisto: non è propriamente economico (25 euro per 96 pagine) ma è un documento importante.
(Franco Zanetti)