Ray Davies - WORKINGMAN'S CAFE' - la recensione
Recensione del 01 dic 2007
Il secondo album solista dell’ex leader dei Kinks (dopo “Other people’s lives” dell’anno scorso) è il suo disco, finora, più “americano”: interamente inciso a Nashville in compagnia del coproduttore Ray Kennedy e influenzato, in diversi episodi, dai suoi lunghi soggiorni a New Orleans. Ma a dispetto di qualche sonorità più vigorosamente rock o “roots” del solito, “Working man’s cafè” resta un disco nello stile inconfondibile del suo autore, in bilico tra velenosi pamphlet sullo stato delle cose (gli effetti della globalizzazione, la rapacità dell’establishment economico) e intime riflessioni personali, con quel tipico senso di nostalgia per un’Inghilterra scomparsa da tempo che da oltre quarant’anni fa di Ray Davies una delle più celebrate penne del rock d’autore.
Tracklist
01. Vietnam cowboys
02. You’re asking me
03. Working man’s cafè
04. Morphine song
05. In a moment
06. Peace in our time
07. No one listen
08. Imaginary man
09. One more time
10. The voodoo walk
11. Hymn for a new age
12. The real world