Giovanni Caccamo, la parola e il suono

Il nuovo album del cantautore siciliano è un concept ispirato da Camilleri e Battiato, con ospiti importanti: Willem Dafoe, e Jesse Paris e Patti Smith, Liliana Segre, Aleida Guevara, Michele Placido, Beppe Fiorello

Recensione del 21 set 2021 a cura di Gianni Sibilla

Voto 7/10

Stiamo perdendo il senso e l'importanza della parola? Questa la "domanda di ricerca" del nuovo album di Giovanni Caccamo, un'interessante esplorazione del rapporto verbo e suono, che viaggia tra spoken word  e canzone, tra globale e locale: un forte radicamento nella tradizione italiana (e siciliana), un suono che si rifà all'elettronica inglese/europea, con interventi e riferimenti ai suoi conterranei Camilleri e Battiatto assieme ad ospiti internazionali.

Il progetto

Tutto è nato da un discorso Andrea Camilleri: “Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole sono pietre”. Caccamo ha chiamato Willem Dafoe, Jesse Paris e Patti Smith, Liliana Segre, Aleida Guevara, Michele Placido, Beppe Fiorello  per una serie di spoken word recitati e messi in musica, che fungono da introduzione alle 7 canzoni che compongono l'album. Il tutto si completerà con una performance teatrale che alternerà contributi visivi all'esecuzione vera e propria, che Caccamo ha presentato nei giorni scorsi a Milano e che, in attesa del tourm si ripeterà nelle prossime settimane al Museo di Palazzo Vecchio a Firenze (6 ottobre) e al Museo Maxxi a Roma (11 ottobre). Il risultato è “Parola”, nuovo album del cantautore siciliano, che esce a tre anni da “Eterno” e dall'ultima partcipazione a quel Festival di Sanremo da cui partì la sua carriera con la vittoria nelle nuove proposte nel 2015.

Tra parola e suono

La scrittura dei testi, la componente verbale, però non è necessariamente la parte più interessante nel disco, che ha la supervisione artistica di Taketo Gohara e la produzione di Leonardo Milani:  Caccamo tra i suoi riferimenti cita Jon Hopkins  e Olafur Arnalds, una sorta di “elettronica elegante”, di cui il migliore esempio è "Aurora", che inizia su un piano sospeso e poi si apre in un beat - ricordando proprio il sound di Hopkins. Stonano un po' in questo contesto le atmosfere latine di  “Canta”, il brano più pop, una canzone dedicata a Che Guevara  e introdotta dalla voce di Aleida Guevara che legge un testo del padre. 
Nel complesso il disco alterna momenti apparentemente leggeri ad altri più filosofoci e riflessivi in cui cita (in)direttamente il suo mentore Franco Battiato. Come in "Cambiamento", in cui Caccamo ricorda molto l'inarrivabilie stile del Maestro - le cui parole aprono non a caso il lavoro  in "I'm that". 

Per quello che abbiamo visto alla presentazione milanese, la performance teatrale è interessante quanto le canzoni e varrà la pena vedere questo lavoro dal vivo, appena ce ne sarà l'occasione. Nel complesso, un bel lavoro, con un'idea forte e taglio più "alto" e raffinato che pop. 

 

Tracklist

01. I'm That (01:26)
02. Aurora (04:31)
03. Our World (01:21)
04. Il cambiamento (03:41)
05. Lettera ai figli (02:18)
06. Canta (03:26)
07. Pallottole (01:23)
08. Le parole hanno un peso (03:02)
09. Risarcimento (01:38)
10. Evoluzione (03:38)
11. Madre (01:42)
12. Prede e predatori (02:47)
13. Senza di te tornavo (01:22)
14. Perditi con me (02:50)

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